Operazione Aemilia, il sindaco di Mantova si difende: ‘Io al nord per sfuggire alla mafia’

Il sindaco di Mantova, Nicola Sodano, si difende, dopo essere finito nella lista degli indagati nell’inchiesta Aemilia .‘Vedere il mio nome accostato alla ‘ndrangheta è una ferita insopportabile’
di Mariantonietta Maccuro
2 febbraio 2015
14:57

“Sono nato a Crotone; quando ero bambino mio padre ferroviere portò tutta la famiglia via dalla Calabria proprio perché non crescessimo in un ambiente minacciato dalla malavita. Ora, potete accusarmi di ogni reato, ma per carità, non di complicità con la ‘ndrangheta...”. Così si difende, in un intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, il sindaco di Mantova, Nicola Sodano, 58 anni, architetto specializzato in conservazione dei beni culturali, dopo aver appreso di essere tra gli indagati nell’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia.


Il sindaco di origini calabresi è accusato dai magistrati, di aver trattato con un costruttore, anch’egli calabrese, per una concessione edilizia, rilasciata nel 2001 dall’allora sindaco Pd di Mantova Burchiellaro. Sodano, divenuto primo cittadino, contrario alla lottizzazione, si ritrovò, però, a dover trattare con Muto che minacciava di chiedere decine di milioni di danni al comune perché nelle more della causa lui aveva cominciato a costruire. In questo rapporto la procura antimafia ha visto un tentativo di favorire il costruttore indagato.


 

Non riesce a mandarlo giù questo coinvolgimento nell’inchiesta Aemilia e alla domande se avesse mai percepito la presenza della criminalità organizzata a Mantova, Sodano risponde: “È una domanda a cui preferisco non rispondere proprio per rispetto alla riservatezza delle indagini. Vi racconto però un episodio della mia infanzia. Quando vivevo a Crotone la malavita bruciò il negozio di mia zia e poi per due volte l’officina meccanica di un altro zio. Fu proprio per quella ragione che mio padre decise di trasferirsi al Nord: voleva garantirci un futuro migliore. Vedere il mio nome accostato alla ‘ndrnagheta è una ferita insopportabile”.

 

“Mi spiace esserci finito in mezzo – continua Sodano - ma sono contento che si faccia chiarezza su un tema delicato come la ‘ndrangheta”. Intanto il sindaco di Mantova ha deciso di lasciare la carriera politica: “Delegherò tutto al mio vice – dichiara Sodano - ho bisogno di consigliarmi con persone più serene di me sul da farsi ma una cosa per me è già certa. Avevo deciso di ricandidarmi la prossima primavera formando una lista civica. In quella lista non avrei mai voluto vedere persone sottoposte a indagini, anche se fossi stato certissimo della loro onestà. Per la proprietà transitiva dunque una giunta Sodano - bis è esclusa, io mi faccio da parte”.

 

Alla domanda cosa succederà nelle prossime ore, il primo cittadino risponde: “Mi sono preso qualche giorno di riposo, poi mi vedrò con gli amici della maggioranza per decidere il da farsi. La cosa più importante è proteggere la riservatezza della mia famiglia: in un ambiente piccolo come Mantova è facile divenire bersaglio. Ma io voglio tornare a camminare a testa alta nella mia città”.

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