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mercoledì 4 dicembre 2019 | 11:56
Politica

Nove consiglieri si dimettono, finisce l'era Scionti a Taurianova - Notizie

Il primo cittadino sfiduciato con un documento firmato anche da un consigliere che fino a pochi giorni fa faceva parte della sua maggioranza

di Agostino Pantano

Fabio Scionti

Nove consiglieri comunali si dimettono in maniera contestuale, finisce il mandato del sindaco di Taurianova Fabio Scionti. Il primo cittadino del Pd, sotto scorta fino a luglio scorso per l’attentato dinamitardo subito dopo la sua elezione, è stato sfiduciato con un documento firmato anche da un consigliere che fino a pochi giorni fa faceva parte della maggioranza, Daniele Prestileo. Nel civico consesso si era creato un quadro politico parecchio instabile, da tempo, e a rassegnare le dimissioni sono stati i 3 consiglieri del principale gruppo di opposizione guidato dall’ex sindaco Rocco Biasi – oggi vicino alle posizioni della Lega –, i due colleghi dell’altra minoranza guidata da Cettina Nicolosi, e i tre transfughi della maggioranza Stella Morabito, Filippo Lazzaro, Marianna Versace e lo stesso Prestileo. Fibrillazioni striscianti e a volte plateali, certamente accentuate dagli scandali giudiziari che hanno coinvolto l’ex capogruppo del Pd, Giuseppe Falleti, indagato per alcune lettere minatorie – contro il sindaco – sospettate di essere false, ovvero di essere state scritte dallo stesso esponente dem che poi ha dovuto lasciare il posto in consiglio travolto dalle polemiche e dalle pressioni di Scionti. Il sindaco, ingegnere, funzionario della Regione, delegato della Città metropolitana al settore Pianificazione, era stato eletto 3 anni fa come espressione “della società civile”, un senza tessera che dopo il successo elettorale era entrato nel Pd, un ingresso benedetto dalla componente che fa capo al presidente del consiglio regionale, Nicola Irto. Dall’entourage del sindaco fanno sapere che in un comizio programmato per domenica l’amministratore stilerà un rapporto alla città su quella che viene definita come “un’opaca congiura”.