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domenica 12 gennaio 2020 | 14:05
Politica

Disabilità: «Basta ghetti, Sì all'inclusione». Le richieste della Fish ai candidati alla Regione - Notizie

La Federazione chiede maggiore attenzione e partecipazione ai processi legati al sostegno del mondo del disabilità. Ma ad accogliere l’invito solo Carlo Tansi

di T. B.

L’applicazione della “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale”, ratificata a New York nel 2006 ma alla quale la Calabria si è sempre dimostrata sorda nonostante dalla Fish e sollecitazioni per un’adozione siano state tante. E poi ancora «non ghetti, assistenzialismo, ma rispetto dei nostri bisogni e soprattutto interventi che favoriscono l’inclusione sociale».

 

Sono alcune delle richieste contenute nel documento che la Federazione italiana per il superamento dell’handicap Calabria ha consegnato a Carlo Tansi, unico candidato alla presidenza della Regione ad essersi presentato all’incontro di sabato scorso organizzato a Lamezia Terme dalla Fish, al fine proprio di discutere con i possibili futuri governatori delle tante lacune che riguardano i diritti delle persone con disabilità nelle nostra terra.

L'incontro a Lamezia 

«Il candidato presente si è soffermato a lungo ad ascoltare le istanze presentate dalle persone con disabilità e i familiari presenti- spiega una nota - La Fish Calabria in questa occasione ha presentato il suo documento e si è impegnata a farlo avere comunque a tutti i candidati con la speranza che almeno nei programmi diano risalto alle istanze inserite nel documento».

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«La federazione e le associazioni federate, ringraziano il candidato che ha accettato di incontrarle, si rivolgono con determinazione agli altri candidati già contattati, chiedendo un commento al documento e di accogliere le loro proposte». « Ci sono voluti venti anni per la deliberazione di un testo per la riforma del welfare, scritto con il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti e deliberato anche dalla conferenza dei sindaci e del terzo settore, passando prima dalla giunta della Regione Calabria, dal parere favorevole della terza commissione del Consiglio Regionale ed infine dalla sofferta delibera di Giunta finale – afferma ancora la Fish - due cose sono state avviate e sono rimaste sospese (e senza di queste si rischia di annullare anche tutto il lavoro precedente): il nuovo Piano del Sociale e le Linee Guida per i Piani di Zona».

 

«La cosa che ci occorre di meno è quella di ricominciare daccapo. Siamo preoccupati perché questo capita ad ogni elezione. Abbiamo bisogno di andare avanti e di portare a termine il processo, mettendo i comuni in condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Vi chiediamo con determinazione di continuare il processo avviato».

Le richieste della Fish

Nel documento che è stato consegnato a Tansi e che verrà inviato agli altri candidati la Fish chiede che l’assistenza domiciliare sia considerata intervento da garantire in continuità «poiché se una persona con disabilità non è autosufficiente, non lo è mai e i lunghi periodi di vuoto, lasciati in attesa di una riorganizzazione dei servizi, creano fortissimi disagi alle persone con disabilità e alle loro famiglie».

«Ci chiediamo perché nei servizi convenzionati o accreditati la retta, giustamente, è considerata per tutti i giorni dell’anno mentre per l’assistenza nel proprio domicilio l’assistenza viene garantita a progetti con un inizio e una fine. Inoltre tra una fine e un nuovo inizio spesso passano mesi. Stessa cosa - fa notare la Federazione - per i progetti per la vita indipendente che vedono coinvolte persone con disabilità che vivono anche da sole».

«Il Dopo di Noi va sostenuto. È una delle risposte che permette alle persone che non hanno più familiari perché defunti o perché non sono più in condizioni di garantire l’assistenza, di poter vivere la propria vita in continuità con quella che è stata l’esperienza di vita, prima che si verificasse questa situazione. È un processo che va seguito – sottolinea il documento - a cui bisogna creare le condizioni per un sostegno economico di garanzia. Ma le persone con disabilità non hanno solo bisogno di servizi sociali o socio-sanitari, il diritto ad una vita più normale possibile come tutti gli altri prevede potersi curare in modo adeguato in Regione riducendo i viaggi della speranza e garantendo comunque uguale qualità di cure, la riabilitazione deve essere garantita in base ai bisogni».

Il documento

Nel documento poi vengono sintetizzate altre richieste: che gli alunni con disabilità siano accolti nelle classi scolastiche dal primo giorno di scuola e abbiano i sostegni per tutto l’anno scolastico; che il diritto al lavoro delle persone con disabilità non resti una ipotesi ma diventi una concreta opportunità, sia con l’applicazione corretta della Legge 68/99, sia con l’utilizzo di altre risorse finalizzate a facilitare l’inserimento lavorativo in generale; che in Calabria non si parli solamente di accessibilità, pretendiamo il rispetto di tutte le leggi che finanziano l’abbattimento di barriere di ogni tipo, anche con programmi che incentivano e premiano i territori che prestano attenzione e operano per raggiungere l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’utilizzo dei mezzi di trasporto di linea accessibili; che le nostre aree turistiche siano accessibili e organizzate per garantire una accoglienza adeguata ai turisti con disabilità; che siano incentivate le iniziative che favoriscono le esperienze culturali e sportive con persone con disabilità; la riduzione dei viaggi della speranza e un approccio sanitario che consenta alla persona con disabilità di ricevere le cure e la riabilitazione nel proprio territorio e quindi di non dover interrompere il suo stile di vita, che alle persone con disabilità sia garantita l’assistenza personale necessaria a domicilio e fuori con continuità, la vita indipendente e che la non autosufficienza non sia motivo di ghettizzazione; che i servizi abitativi o diurni siano diffusi in tutti i territori, attualmente abbiamo una situazione problematica, a macchie di leopardo con luoghi molto forniti e luoghi in cui non c’è nulla.

 

E ancora: che i servizi in cui le persone con disabilità vivono o passano molto tempo non siano semplici contenitori assistenzialistici, ma garantiscano attività ludica, incentivino le autonomie, prendano in considerazione le potenzialità della persona, organizzino uscite e opportunità di incontro con altri.