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martedì 9 giugno 2015 | 09:32
Politica

Viadotto Italia, senatori Ncd: ‘siamo pronti a lasciare la maggioranza’ - Notizie

I senatori di Ncd-Area popolare calabresi hanno lanciato un ultimatum al governo se non garantirà interventi necessari alla riapertura al traffico del viadotto “Italia” sull’A3

di Redazione

«Siamo pronti ad autosospenderci dalla maggioranza se il ministro Delrio non verrà in Calabria e non prenderà subito provvedimenti urgentissimi sul viadotto Italia: a luglio e agosto la Calabria si bloccherà con danni ingentissimi a tutta la sua economia e a quella della Lucania e della Sicilia».

È quanto affermano in una nota i senatori di Ncd-Area popolare Antonio Gentile, Giovanni Bilardi, Guido Viceconte, Piero Aiello e Ulisse Di Giacomo.

«Siamo stati dal prefetto di Cosenza insieme al collega Paolo Naccarato – prosegue la nota – e dal dott. Tomao abbiamo avuto risposte serie: nella migliore delle ipotesi, ma si tratta di un'ipotesi ottimistica e quasi irrealistica, per agosto sarà aperta una carreggiata del tratto autostradale bloccato da mesi. Tutto questo accade mentre la SS 18 tirrenica è oberata e il lotto per la 106, già aggiudicato – continuano i senatori – tarda a partire con i lavori di rifacimento».«Siamo disponibili al confronto con qualsiasi forza politica e istituzionale per il bene della Calabria e del Sud – prosegue la nota – ma ci esoneriamo sin da ora dalle responsabilità per quanto accadrà nei mesi di luglio e di agosto. La Calabria sarà bloccata in due e non si dica, poi, che si è trattato di un fatto non prevedibile. È finito il tempo delle pacche sulle spalle e il governo non può pensare di trattare in questo modo una regione che è già di per sè debole ed economicamente fragile. Abbattere la domanda turistica – concludono i senatori di Ncd-Area popolare – significa creare danni enormi alla Calabria, considerando anche i disagi che tanta gente incontrerà per raggiungere (per motivi di salute o familiari) il resto del Paese. La Regione Calabria è chiamata ad agire senza indugi per non doversi assumere la corresponsabilità di una situazione che, tra qualche settimana, potrebbe diventare ingestibile».