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mercoledì 15 gennaio 2020 | 15:19
Cronaca

Rende, lite tra consiglieri di maggioranza: scatta una denuncia - Notizie

Protagonisti dell'acceso scontro verbale Luciano Bonanno ed Eugenio Aceto. Il primo ha rivelato quanto accaduto sui social e ha sporto denuncia ai carabinieri, il secondo replica: «I processi non si fanno su facebook ma in tribunale»

di Salvatore Bruno

La diatriba è scoppiata al termine di una riunione politica organizzata in seno al gruppo di maggioranza del Comune di Rende. Oggetto della discussione, l’adozione di una eventuale linea di indirizzo condivisa da assumere in vista delle elezioni regionali.

 

Toni accesi e qualche spintone

Due i protagonisti dell’alterco: Luciano Bonanno, eletto nella lista civica Marcello Manna Sindaco, ed Eugenio Aceto, esponente di Forza Italia. Quest’ultimo ricopre anche la carica di consigliere provinciale. Toni accesi, ma non vi sarebbe stato contatto fisico, se non qualche spintone. L’episodio risale allo scorso 7 gennaio ma si è appreso solo adesso, in virtù della querela depositata da Luciano Bonanno e da questi resa nota attraverso i social.

 

Il mancato incarico di prestigio

I rapporti tra Bonanno e Aceto non sono mai stati idilliaci, probabilmente perché Bonanno ritiene Aceto tra coloro che, all’indomani del voto amministrativo, si sono opposti alle sue ambizioni di ricoprire la funzione di presidente del consiglio. La denuncia è stata presentata non a Rende, bensì ai carabinieri della stazione di Cosenza.

 

La precisazione di Aceto

Nel prendere atto del contenuto di quanto reso noto da Bonanno sui social network, Eugenio Aceto ha diffuso un comunicato nel quale precisa di rivestire «un ruolo di responsabilità politica che mi impone trasparenza e lealtà, verso le istituzioni ed i cittadini. I processi, però, non possono svolgersi sulle pagine Facebook di chicchessia -  afferma ancora Aceto –. È per questo motivo che ho prontamente affidato la tutela legale della mia funzione ed anche della mia persona allo studio dell’avvocato Roberto Le Pera. Sarà un Tribunale ad accettare verità è responsabilità».