Sezioni
Edizioni locali
Blog
domenica 9 febbraio 2020 | 14:33
Spettacolo

L’ultimo Sanremo del calabrese Vincenzo Mollica: «Mi tolgo dalle scatole» - Notizie

Nei giorni scorsi l’omaggio di tutto il teatro Ariston a quello che è considerato uno dei migliori giornalisti di spettacolo, ormai prossimo alla pensione

di Redazione

Mollica commosso per il saluto dell’Ariston

«Come dice Rosario, mi sono amminchiulutu. Con quel po’ di vista che mi è rimasta, cioè niente, vi posso dire con grande franchezza che me la cavo discretamente e mi tolgo dalle scatole perché vado in pensione». Ha esordito così Vincenzo Mollica nella sala stampa del Festival di Sanremo, dopo che tutto il teatro Ariston gli aveva tributato un lungo e toccante applauso per la sua carriera.

 

Lui, giornalista di punta del Tg1 per decenni, figlio di emigrante calabrese di Bruzzano Zeffirio e costretto a lasciare la Calabria una volta rientrato, Ha raccontato la lotta quotidiana con le malattie che lo fiaccano: «Io ho due compagni di viaggio, mister Glaucoma che è un figlio di mignotta e uno è mister Parkinson che mi rende come una canzone di Celentano anni Sessanta. Ma me la cavo».

 

«Fare il cronista è il mio mestiere – ha proseguito -, il Tg1 è la mia casa e ringrazio tutti voi. Omerico non fui mai non per mancanza di poesia ma per mancanza di diottria. Una delle regole della mia vita me l’ha insegnata Federico Fellini: “Vincenzo, non sbagliare mai il tempo di un addio o di un vaffanculo, neanche di un secondo che ti si può ritorcere contro”. Aveva ragione».

 

E poi ancora: «Sulla tomba farò scolpire l’epitaffio “Qui giace Vincenzo Paperica che tra gli umani fu Mollica”: è un desiderio che mia moglie dovrà rispettare. Al cimitero guardo gli ovali sui loculi e capisco che nessuno dei defunti ha scelto la foto per la lapide. Il cronista Paperica, inventato da Andrea Pazienza e Giorgio Cavazzano per Topolino, mi rappresenta come nessun altro», ha concluso.