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giovedì 12 marzo 2020 | 18:14
Economia e Lavoro

Call center, a Rende quelli non in regola chiudono fino al 25 marzo - Notizie

Ordinanza del sindaco Marcello Manna: potranno operare solo le aziende che espletano servizi essenziali e che dimostrano di rispettare le norme anticontagio. Preoccupazione anche tra i dipendenti di Abramo Customer Care a Montalto Uffugo

di Salvatore Bruno

Arriva un duplice provvedimento restrittivo del municipio di Rende nei confronti dei call center operanti nel territorio del Campagnano.

Distanze non rispettate

Il sindaco ha preso atto di numerose segnalazioni in cui si denuncia che i dipendenti delle aziende operanti nell’ambito comunale, sono costretti ad operare in condizioni di assembramento incompatibili ed in contrasto con le urgenti ed eccezionali misure di sicurezza stabilite dal governo, per scongiurare il rischio di contagio da Covid 19.

Sospensione fino al 25 marzo

Marcello Manna ha quindi disposto la sospensione delle attività fino al 25 marzo dei call center, ad eccezione di quelli in grado di comprovare l’espletamento di servizi essenziali ed imprescindibili, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e di sanificazione dei luoghi di lavoro.

Comdata chiude

A seguito dell’ordinanza Comdata ha sospeso temporaneamente le attività preannunciando l’avvio di una interlocuzione con le aziende committenti per dare continuità al servizio attraverso lo smart working, ovvero consentendo il lavoro da casa.

 

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L’ordinanza integrativa

Ad integrazione della prima ordinanza, Manna ne ha poi pubblicata un’altra in cui si chiede a tutte le aziende ancora in attività, di fornire entro le ore 11 del 13 marzo una relazione in cui venga dimostrato che tutte le cautele introdotte dagli ultimi provvedimenti straordinari di contrasto alla diffusione del Covid 19 siano state adottate.

Preoccupazione anche da Abramo

Intanto alcuni dipendenti di Abramo Customer Care, con sede a Montalto Uffugo, lamentano la prosecuzione delle attività senza il rispetto delle distanze tra un operatore e l’altro. Inoltre i locali non sarebbero forniti di dispenser per disinfettare le mani, né sarebbe stata disposta la sanificazione dei presidi informatici delle singole postazioni, per cui cuffie e tastiere vengono scambiate ed utilizzate da più persone senza alcuna precauzione.