Sezioni
Edizioni locali
Blog
lunedì 30 marzo 2020 | 13:36
Cronaca

Stagionali Sacal: «Lasciati a casa, lo Stato adesso non ci abbandoni» - Notizie

La paralisi degli aeroporti ha portato alla cassa integrazione dei lavoratori a tempo indeterminato. Il timore per i precari e di non rientrare più al lavoro. Il loro appello affinché possano rientrare nel decreto “Cura Italia” 

di T. B.

«Noi precari del trasporto aereo siamo tra le prime vittime di questa profonda crisi e non possiamo accettare che ci siano precari sostenuti e precari dimenticati. Deve esserci una soluzione anche per noi, poiché come i rappresentanti del governo ci assicuravano pochi giorni fa, "nessuno perderà il lavoro a causa del coronavirus».

 

A parlare così sono gli stagionali della Sacal, la società aeroportuale che gestisce gli scali di Lamezia, Reggio Calabria e Crotone. L’emergenza Coronavirus li ha portati, spiegano in una nota, ad essere «di fronte all’impossibilità di lavorare per un periodo indefinito e dal momento che alcuni aeroporti hanno previsto una cassa integrazione di 12 mesi per i propri dipendenti a tempo indeterminato, quali speranze abbiamo noi, lavoratori stagionali, di tornare a breve ad una vita lavorativa regolare?».

 

Un interrogativo lecito al quale si affianca la riflessione che «le conseguenze saranno per noi sul lungo periodo e possiamo comprendere che l'attuale urgenza aziendale sia quella di occuparsi ora dei propri dipendenti a tempo indeterminato, ma non possiamo accettare che anche lo Stato e i vari enti che dovrebbero occuparsi di noi, in questo momento di sconforto, ci lascino soli».

 

Quello che i lavoratori chiedono è di potere accedere al bonus di 600 euro dell’Inps previsto dal decreto “Cura Italia” «senza distinzione di codice Ateco, per poter poi valutare la creazione di una forma assistenziale e di sostegno come il prolungamento della Naspi».