Sezioni
Edizioni locali
Blog
mercoledì 27 maggio 2020 | 08:47
Cronaca

Traffico illecito di rifiuti e discariche abusive: maxi-operazione tra Calabria e Lombardia - Notizie

Smantellata organizzazione criminale accusata di aver smaltito illecitamente circa 23mila tonnellate di rifiuti provenienti da vari impianti del Nord Italia

di Redazione

Nella mattinata odierna, in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Calabria e Sicilia, i Carabinieri del Noe di Milano, con la collaborazione dei Noe e Comandi provinciali con un imponente dispositivo di circa 200 militari impiegati, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare (6 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 7 con obbligo di firma) nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti in concorso e realizzazione di discariche abusive ubicate in Piemonte, Lombardia e Veneto. Nel corso delle indagini sono stati sottoposti a sequestro 9 capannoni industriali riconducibili ad aziende operanti nel campo del trattamento dei rifiuti unitamente a vari  automezzi – anche appartenenti a società di trasporto - utilizzati nelle attività criminali, per un importo complessivo di circa 3.000.000 di euro.

Le discariche abusive

Le attività investigative hanno consentito di individuare l’esistenza di un gruppo criminale operante nel campo del trattamento e trasporto dei rifiuti, dedito alla gestione e smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti, costituiti da rifiuti indifferenziati urbani e speciali provenienti prevalentemente - su diversi canali - da varie regioni del Nord Italia, attraverso lo stoccaggio ed il successivo abbandono in capannoni industriali dismessi, dando luogo, in tal modo, alla creazione di numerose discariche abusive, localizzate e sequestrate nelle località di Sale (Al), Breda Di Piave (Tv), Oltrona San Mamette (Co), Ossona (Mi), Cerrione (Bi), San Pietro Mosezzo (No), Pregnana Milanese (Mi), Romentino (No), Caltignaga (No) e Momo (No).

 

Le indagini hanno avuto origine da un monitoraggio sul fenomeno degli incendi ai danni degli impianti formalmente autorizzati alla gestione dei rifiuti e di diversi capannoni industriali adibiti a discariche abusive, avviato nel marzo 2018 a seguito della recrudescenza di tale fenomeno. I roghi rappresentavano una modalità per l’illecito smaltimento – senza oneri – di quelle che sono le componenti di costo per le aziende di settore, ossia gli scarti non più recuperabili.

 

Così è stata scoperta un’articolata rete criminale costituita da diversi soggetti, alcuni dei quali collegati direttamente e/o indirettamente ad imprese operanti nel settore dei rifiuti, altri privi di qualsivoglia titolo autorizzativo che, attraverso operazioni continuative e con ruoli diversi, in modo organizzato, condividevano un articolato e rodato programma criminoso che prevedeva lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali per il conseguimento di un profitto ingiusto.

I ruoli nel traffico dei rifiuti

Pertanto, nel corso delle attività, sono stati individuati i soggetti colpiti dall’odierno provvedimento cautelare che rivestono, nell’ambito dell’organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti smantellata gravitante sulle società  Tommasi Srl di Sale (Alessandria) ed Eco Ambiente di Caltignana (Novara), i seguenti ruoli:

Lo smaltimento illegale dei rifiuti

La spazzatura veniva smaltita illegalmente attraverso diverse procedure.

I rifiuti in arrivo/entrata presso gli impianti della società oggetto d’indagine venivano scaricati dagli automezzi di trasporto e stoccati all’interno e/o all’esterno del sito per un tempo breve (alcune ore). Gli scarti - così come ricevuti dal produttore – venivano ri-caricati su di un automezzo (che i soggetti indagati in gergo chiamato “navetta”) di proprietà di una ditta di “fiducia” e smaltiti abusivamente presso i capannoni industriali prescelti da destinare a discarica abusiva di rifiuti; un’operazione del tutto clandestina di trasferimento illegale di rifiuti da camion a camion;

 

Oppure, attraverso una sorta di “giro bolla”: il gestore dell’impianto faceva apparire adempiuti gli obblighi di ricevimento e recupero senza in realtà neanche scaricare dal mezzo gli scarti ricevuti con regolare formulario di identificazione mentre all’autista del mezzo che li trasferiva (anche in questo caso di “fiducia”) veniva rilasciato un documento di trasporto che attestava formalmente il trasferimento di materiale ottenuto da operazioni (fittizie) di recupero e/o riciclaggio.