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mercoledì 22 luglio 2020 | 10:09
Cronaca

50 anni dalla strage di Gioia Tauro, Mattarella: «Fare memoria è opera di civiltà» - Notizie

Il presidente della Repubblica ricorda l'attentato che costò la vita a sei persone: «Mai abbassare la guardia di fronte alla criminalità e alle intimidazioni che puntano a lacerare il tessuto di coesione civile su cui poggiano libertà e democrazia» 

di Redazione

Sergio Mattarella

«La lezione» della strage di Gioia Tauro del 1970 «ci dice che non si deve mai abbassare la guardia di fronte alla criminalità, all'illegalità, alle intimidazioni che puntano a lacerare il tessuto di coesione civile su cui poggiano libertà e democrazia». Lo sottolinea il presidente Sergio Mattarella in una dichiarazione con cui ha voluto ricordare l'attentato di 50 anni fa, a Gioia Tauro, quando un ordigno collocato sulla linea ferroviaria provocò il deragliamento del treno Palermo-Torino, causando la morte di sei persone, mentre molti passeggeri rimasero feriti, alcuni dei quali gravemente.

 

«Nel giorno di questa triste ricorrenza - aggiunge il presidente Sergio Mattarella - desidero anzitutto esprimere i sentimenti di solidarietà e vicinanza alle famiglie che furono costrette a patire lutto e sofferenze, pagando il prezzo più alto alla brutalità del terrore e dell'eversione. Fare memoria, anche delle pagine più dolorose della nostra storia, è opera preziosa di civiltà e richiama tutti a un gravoso e irrinunciabile esercizio di responsabilità. I colpevoli dell'attentato rimasero per lunghi anni sconosciuti ma, seppure con ritardo, il percorso della giustizia è riuscito a raggiungere un traguardo di verità, svelando gli esecutori, la loro connessione con frange estremiste neofasciste che tentavano di strumentalizzare e condizionare le proteste di Reggio Calabria, e svelando anche il legame con organizzazioni criminali radicate nel territorio».

 

«La strage di Gioia Tauro - prosegue il capo dello Stato - seguì di pochi mesi quella di piazza Fontana a Milano. La strategia della tensione e l'attacco eversivo alla Repubblica si stavano dispiegando, lasciando una scia di sangue che mai potrà essere cancellata o dimenticata. L'unità del popolo italiano intorno ai valori democratici della Costituzione è stata capace di respingere l'aggressione, di tagliare i legami di complicità, di bandire la violenza come mezzo di lotta politica».