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lunedì 14 settembre 2020 | 13:53
Cultura

Cammino basiliano, c'è anche la provincia di Catanzaro: viaggio sulle tracce dei monaci italo-greci - Notizie

Previsti tre percorsi che collegano i borghi della Presila e l’istmo più stretto d’Italia. L'assessore Cardamone: «Esperienza inedita ed emozionante»

di Redazione

Il “Cammino basiliano”, con 72 tappe e i suoi 1040 km da Nord a Sud della Calabria, di grande interesse ambientale, storico, culturale e religioso, include anche Catanzaro con ben tre percorsi che collegano i borghi della Presila e l’istmo più stretto d’Italia che prende il nome dalla città capoluogo.

 

I dettagli dell’itinerario saranno presentati in un incontro pubblico, aperto alla stampa e alla partecipazione delle associazioni, in programma venerdì 18 settembre, alle ore 11, nella sala conferenze del Complesso monumentale San Giovanni. Interverranno, tra gli altri, il sindaco Sergio Abramo, l’assessore alla cultura Ivan Cardamone, il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini e il presidente dell’associazione promotrice del “Cammino Basiliano”, l’etnobotanico Carmine Lupia.   

«Catanzaro - ha affermato l’assessore Cardamone -  in questo spettacolare viaggio da Oriente in Occidente sulle tracce dei monaci italo-greci che seguivano la regola di San Basilio, è ben rappresentata e consentirà al sempre più folto popolo dei camminatori di fare un’esperienza inedita ed emozionante».

Cardamone ha ringraziato «il Consiglio regionale e il suo presidente, per avere sostenuto un’iniziativa che mette finalmente la Calabria nelle condizioni di poter offrire al turista un’infrastruttura verde che può essere annoverata tra i cammini più lunghi e suggestivi d’Europa. Catanzaro è consapevole della sua importanza strategica per la promozione del territorio e, al contempo, del nostro ricco patrimonio culturale e paesaggistico. Perciò - ha concluso - l’Amministrazione comunale intende affiancarla mirando a coinvolgere, fin dal primo incontro di venerdì 18, tutti gli operatori della cultura in un progetto che, se condiviso con fermezza e decisione, può generare, oltre alla valorizzazione dei beni ambientali e culturali, nuova occupazione».