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martedì 24 novembre 2020 | 19:16
Economia e Lavoro

Porto di Gioia Tauro, tamponi a tappeto pagati da Mct visto che la Regione nicchia - Notizie

VIDEO | Dopo la pressione dei sindacati, il terminalista corre ai ripari. Firmata una convenzione con un laboratorio privato, per uno screening di massa

di Agostino Pantano

Una cinquantina di lavoratori del terminal container a più riprese contagiati, comunque nessun focolaio interno al porto, e però l’azienda Mct corre ai ripari e paga per effettuare tamponi a tappeto. Che saranno somministrati su base volontaria, e fuori dall’orario di lavoro, per non intralciare le attività di un organico che supera le 1200 unità. Questo che si annuncia come il più imponente screening aziendale in Calabria, è frutto anche di un sistema pubblico andato in tilt.

 

«L’Asp – accusa Domenico Macrì, segretario regionale del sindacato Or.sa Porti - benchè invitata alle riunioni della Commissione igiene e sanità, convocate dall’Autorità portuale su nostra sollecitazione, non si è presentata». Ma anche l’Autorità portuale, in una delle lettere inviate per convocare l’organismo, aveva sottolineato di aver chiesto inutilmente «alla Regione un tamponamento a tappeto». Che non c’è stato, visto che l’azienda ha dovuto firmare una convenzione con un noto istituto clinico privato di Reggio Calabria, i cui operatori sanitari interverranno tanto sotto il gazebo che nel frattempo verrà collocato all’interno del gate portuale, quanto nei locali del proprio laboratorio nel capoluogo.

 

«È tutto su base volontaria – apprezza Macrì – ma sono certo che tutti i lavoratori sentano il dovere morale di sottoporsi a questi screening che assolutamente non intralceranno più di tanto l’operatività del terminal». Si arriva a questa scelta finale, dopo che anche altre aziende della filiera del container – per uscire dal tunnel dei ritardi accumulati dalle strutture dell’Asp – si erano rivolte ai laboratori privati. «Non bisogna abbassare la guardia – conclude il sindacalista – e questo vale sia per la Medcenter che per l’Autorità portuale».