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mercoledì 2 dicembre 2020 | 18:08
Economia e Lavoro

Crisi economica, i sindacati: «Dopo marzo a rischio il 70% dei lavoratori del settore turistico» - Notizie

L’allarme della Fisascat Cisl: «Servono interventi subito, in particolare sulla Naspi per mitigare gli effetti dello sblocco dei licenziamenti»

di Redazione

Il segretario generale di Fisascat Cisl Calabria Fortunato Lo Papa

Il 70 per cento dei lavoratori del terziario rischia -quando terminerà il blocco dei licenziamenti, prolungato a marzo 2021- di rimanere a casa. A lanciare l’allarme è il segretario generale di Fisascat Cisl Calabria Fortunato Lo Papa che avverte: «Quella che stiamo raccogliendo è solo la scia del primo lockdown e di quello ancora in corso, la strada è in salita e non si può rimanere ad aspettare». Drammatico il quadro che emerge dai dati di Confcommercio Calabria: a rischio entro fine anno 9 mila imprese del terziario e 23 mila lavoratori.

Anche le assunzioni a tempo determinato che hanno sempre contraddistinto il periodo natalizio sono in netto calo o riguardano una finestra di venti giorni, mentre basta fare una passeggiata per vedere saracinesche abbassate e personale ridotto all’osso. «Mancano da parte dello Stato centrale strumenti adeguati che riescano a compensare la mancanza di reddito. In tanti attendono anche solo qualche mese di lavoro per poi ricevere la disoccupazione», spiega Lo Papa.

 

E oltre al mondo del commercio c’è tutto quello che ruota attorno a quella che avrebbe dovuto essere la stagione turistica invernale. «L’indotto è ormai a zero - continua il cislino – spostamenti vincolati o vietati, impianti sciistici chiusi e nuove direttive hanno sostanzialmente schiacciato il comparto».

 

Ma il sindacato affianca alle critiche anche proposte. A partire dall’ampliamento della Naspi a 36 mesi, proseguendo poi con il superamento del decalage. Importante poi, suggerisce ancora Fisascat Cisl, un assegno di ricollocazione per i percettori di Naspi e un potenziamento dei contratti difensivi e espansivi. Bisogna pensare, insomma, al “dopo”, a quello che accadrà quando i licenziamenti saranno sbloccati. Fondamentale in questa direzione per Lo Papa «un forte patto sociale tra associazioni sindacali, datoriali e Regione».