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mercoledì 16 dicembre 2020 | 07:11
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Coronavirus, l'esperto: «Troppi morti, presto per dire se scuole riapriranno» - Notizie

Così Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute: «Non possiamo prenderla a cuor leggero»

di Redazione

«In questi due mesi dalla ripresa dell'attività dopo la pausa estiva abbiamo avuto una ripresa dell'epidemia imponente. Oggi abbiamo dei dati in qualche misura contrastanti, in quanto i positivi sono 14.844. Ieri erano circa 12mila ma erano stati fatti meno tamponi. Oggi i tamponi eseguiti sono 164.431. Oggi, quindi, siamo sotto il 10% per quanto riguarda il livello di positività».

 

Lo ha sottolineato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, durante la conferenza stampa sull'analisi della situazione epidemiologica di Covid-19 in Italia. Registriamo, continua Rezza un «-92 in terapia intensiva e -400 in area medica. Numeri che sembrerebbero indicare un trend in graduale, leggero, miglioramento. Ma il dato dei morti è molto elevato, siamo ad 846 decessi. Ieri erano 491. Queste fluttuazioni sono dovute anche a problemi di segnalazione più o meno tempestiva dei decessi. Ma il dato è drammatico. E questo significa che il numero di persone che si è infettato è veramente molto elevato: in questi due mesi dalla ripresa dell'attività dopo la pausa estiva abbiamo avuto una ripresa dell'epidemia imponente».

«Siamo ancora sopra la soglia critica per l'occupazione dei posti in terapia intensiva e i ricoveri di area medica», ha aggiunto Rezza, continuando: «La riapertura delle scuole è un traguardo che molti auspicano possa verificarsi il prima possibile, magari con la ripresa delle attività dopo le feste natalizie. Credo che però sia ancora presto per dire se potremo o non potremo riaprire completamente le scuole, con una didattica in presenza anche per quanto riguarda le superiori»«Contiamo quasi 900 morti, non possiamo prenderla a cuor leggero. Se ne avessimo 1.550 perché magari si prende alcun provvedimento, alla fine saremo costretti a fare il lockdown. È quello che assolutamente si vuole evitare, perché si hanno a cuore i singoli, le famiglie e l'economia di questo Paese», ha sottolineato ancora Gianni Rezza. «Se i sacrifici» chiesti ora «verranno ripagati dal fatto che non sarà necessario un lockdown - prosegue - è importante farli».