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martedì 2 marzo 2021 | 22:32
Spettacolo

Sanremo, il cosentino Aiello sul palco dell'Ariston: testo e significato di «Ora» - Notizie

Aiello ha debuttato alla 71esima edizione del Festival di Sanremo. Un testo autobiografico che descrive un passato fatto di pentimenti e di un amore perduto 

di Francesco Spina

Il Festival di Sanremo di Aiello ha ufficialmente avuto inizio: il cantante cosentino si è esibito sul palco del Teatro Ariston con il brano che si intitola “Ora”.

Dal testo del brano emerge un contrasto tra ieri ed oggi, tra il passato ed il presente. Aiello, che nel canzone portata sul palco di Sanremo, ripete per ben otto volte la parola “Ora”. Un brano che racconta del suo essere stato, guardando con un velo di tristezza il passato. Un passato fatto di sbagli e di poca umiltà, che hanno portato a compromettere una relazione d'amore importante, e dunque perdere definitivamente una delle persone più importanti. “L’atteggiamento di uno str…o invece era terrore” da questa frase trapela quel sentimento di pentimento e quella voglia di imparare dai propri errori. 

“Ora”, contenuto all’interno dell’album “Meridionale”, è una ballata in chiave moderna ma soprattutto un testo autobiografico, dove il cantante di Cosenza riesce finalmente a scrollarsi di dosso gli errrori commessi nel passato e di cui finalmente si pente. Finalmente arriva il momento di raccontare lo spettro di una relazione finita male a causa di un carattere da “cattivo” ragazzo.

 

Ora – Il testo

Ora ora ora oraMi parli come alloraQuando ancora non mi conosceviPensavi le cose peggioriQuella notte io e teSesso ibuprofeneTredici ore in un lettoA festeggiare il mio santoIl giorno dopo su un treno che mi portava a casaNessuno mi aveva detto “devi tornare a scuola”Mi sono perso nel silenzio delle mie paureL’atteggiamento di uno stronzo, invece era terroreNon riuscivo a dirti che mi ricordavi di leiMi ricordavi di lui, ero fuori da poco

Ora ora ora oraTe la ricordi ancoraQuella notte io e teSesso ibuprofeneAvevo il cuore malatoMa tu non lo vedeviMi tenevo le pezze gelide dietro al pettoCi tenevo a mostrarmi come un drago nel lettoMi sono perso nel silenzio delle mie paureL’atteggiamento di uno stronzo, invece era terroreNon riuscivo a dirti che mi ricordavi di leiMi ricordavi di lui ero fuori da pocoMi sono perso nella notte, non mi hai mai abbracciatoE mi vergogno a dirlo di solito sputo fuocoNon riuscivo a dirti che mi ricordavi di leiMi ricordavi di lui, ero fuori da pocoHo visto foto di te

Il tuo compagno, una bambinaPoi quella casa l’hai finitaDovevi portarci meDovevi portarci meSesso ibuprofeneMi sono perso nel silenzio delle mie paureL’atteggiamento di uno stronzo, invece era terroreNon riuscivo a dirti che mi ricordavi di leiMi ricordavi di lui ero fuori da pocoMi sono perso nella notte, non mi hai mai abbracciatoE mi vergogno a dirlo di solito sputo fuocoNon riuscivo a dirti che mi ricordavi di leiMi ricordavi di lui, ero fuori da poco