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martedì 13 aprile 2021 | 18:45
Cronaca

Covid, gli infermieri di Cosenza: «Non siamo carne da macello, serve altro personale subito» - Notizie

In una lettera aperta al commissario dell'azienda ospedaliera denunciano turni massacranti e straordinari non pagati: «Stiamo combattendo contro il virus ma soprattutto contro la cattiva gestione della sanità calabrese»

di Redazione

«Da marzo del 2020 stiamo combattendo con tutte le nostre forze contro il Covid ma soprattutto contro la cattiva organizzazione della sanità calabrese. Tanti di noi a causa dell'assenza dei dispositivi di sicurezza, che in alcuni casi abbiamo dovuto provvedere da soli ad acquistare, hanno contratto il virus. Lavoriamo senza sosta, costretti a turni massacranti, senza i giusti riposi, per sopperire all'assenza di personale». È quanto scrivono in una lettera aperta che gli infermieri e le infermiere dell'ospedale Annunziata di Cosenza, indirizzata al commissario dell'Azienda Isabella Mastrobuono. Il nosocomio bruzio da giorni è sotto pressione a causa della recrudescenza dell’emergenza Covid in tutta la provincia, che ancora oggi registra i dati peggiori di tutta la regione.

Nonostante le criticità e i turni massacranti, scrivono gli infermieri, «cerchiamo di essere sempre professionali assistendo al meglio delle nostre professionalità i pazienti». «Inoltre, da 5 mesi – sottolineano - non ci vengono pagati gli straordinari e attendiamo ancora le indennità Covid previste dal Governo, soldi frutto del nostro lavoro».

«Questo è frutto - prosegue la missiva - della cattiva gestione dei dirigenti dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza. Non siamo più disposti a subire questa situazione, non siamo carne da macello ma lavoratori e lavoratrici con dei diritti che pretendiamo vengano rispettati. Le manifestazioni d'interesse dell'A.O. per l'assunzione di nuovo personale a tempo determinato e senza tutele reali rappresentano l'ennesimo schiaffo e mortificazione di noi infermieri. Non c'è più tempo da perdere. La nostra è una battaglia non solo per i nostri diritti ma anche per l'intera comunità cosentina».