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lunedì 10 maggio 2021 | 13:51
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Per sbaglio le iniettano 6 dosi di vaccino Pfizer: 23enne ricoverata in osservazione - Notizie

È successo in Toscana, a Massa. Alla ragazza è stato somministrato l’intero flacone di farmaco, per giunta non diluito con la soluzione fisiologica come prevede invece il protocollo medico

di Redazione

«Abbiamo sbagliato. Le abbiamo iniettato tutta la fiala di vaccino Pfizer, pari a sei dosi». È successo ieri mattina al Nuovo ospedale apuano (Noa) di Massa come riporta oggi 'La Nazione'. Vittima di questo incredibile errore è una giovane tirocinante di psicologia clinica originaria di Massa Carrara, in Toscana.

Giusto il tempo di metabolizzare la notizia, una serie convulsa di colloqui con sanitari e medici e poi ricovero in osservazione, dove la giovane dovrebbe rimanere fino a oggi. Le condizioni della 23enne a ieri sera erano discrete e la ragazza viene tenuta sotto controllo non tanto per l'attuale stato della sua salute, quanto per il fatto che - a oggi - non sembra essere mai avvenuta un'inoculazione di sei dosi di vaccino. Un caso simile si è verificato nei mesi scorsi in Germania, ma in quel caso erano state cinque le dosi, mentre la sperimentazione Pfizer relativa al sovradosaggio si fermerebbe a quota quattro. Mancando del tutto una casistica, la sfortunata tirocinante è tenuta sotto stretta osservazione, una segnalazione su quanto successo è già stata inviata ad Aifa e nella mattinata di ieri anche personale della polizia si è recato in ospedale per assumere informazioni su quanto successo.

«Mia figlia - spiega la madre della giovane - si è recata all'appuntamento tranquilla. Dopo la puntura si è subito accorta che qualcosa non andava. Non nelle reazioni del suo corpo, quanto rispetto a quello che stava succedendo intorno a lei. Da quello che abbiamo ricostruito, il preparato non è stato diluito con la fisiologica come prevede il protocollo e per una serie di motivi che dovranno sicuramente essere chiariti, è stata iniettata a mia figlia l'intera preparazione. Adesso non resta che sperare che non ci siano reazioni avverse di particolare gravità».