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sabato 15 maggio 2021 | 13:48
Cultura

Il teatro in Calabria riparte ma la burocrazia lo frena. L'allarme degli operatori: «Fondi nazionali a rischio» - Notizie

VIDEO | Senza le graduatorie regionali non si può accedere al Fus, fondo per lo spettacolo. Rimangono chiusi diversi centri culturali ma c'è chi si impegna e non molla la presa

di Tiziana Bagnato

Con la zona gialla riparte in Calabria anche il teatro. Teatrop, storica compagnia di origine lametina ma di orizzonti internazionali, ha scelto di riaprire i battenti con spettacoli itineranti all'interno, tra l'altro, di realtà molto particolari, come gli agrinido e gli asili nel bosco. Tra il verde, i colori della natura e i giochi, i più piccoli scoprono il teatro e riprendono il contatto con l'altro e l'elaborazione del racconto e della fantasia dal vivo, senza il filtro di uno schermo.

Il teatro Grandinetti

Ma se un nuovo inizio è sempre buon auspicio, rimangono problemi atavici. Come la chiusura del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, per anni contenutori di pregevoli stagioni di prosa e con oltre 600 posti a sedere il cui perimetro è un edificio degli anni 30 di rara bellezza. Ma tra ristrutturazioni, questioni catastali e burocratiche, non viene goduto dalla città da anni. Anzi, perde pezzi. La caduta di calcinacci sta diventando prassi.

I fondi nazionali a rischio

Ma la burocrazia in Calabria può fare anche peggio. Come nel caso dei ritardi nella graduatoria definitiva dei Grandi eventi storicizzati che rischiano di non fare accedere le realtà nostrane al Fus, il Fondo nazionale unico per lo spettacolo. Pierapaolo Bonaccurso, rappresentante Fed.it.art. per la Calabria, parla di una regione che, in effetti, è un anno indietro rispetto al resto d'Italia. Ma non solo. Per accedere al Fus bisogna documentare anche gli eventuali fondi regionali dei quali si è stati destinatari, ma a cinque mesi dall'inizio del 2021 la Calabria non ha quella del 2020.

Tutto questo in un contesto che la vede destinataria di spiccioli rispetto al resto d'Italia a causa, anche, di una grande mole di lavoro in nero. La ripartenza, insomma, si riaffaccia su vecchi scenari, su dinamiche logore e arrugginite che affossano il settore, nonostante sia potenzialmente in grado di ristorare in percentuali non irrisorie il bisogno di occupazione del territorio.