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lunedì 31 maggio 2021 | 15:50
Cronaca

L’ospedale di Locri come alcova: locali “sottratti” al cappellano e usati per incontri amorosi - Notizie

Mentre il parroco era da tempo alla ricerca di un alloggio all'interno del nosocomio, alcune stanze libere venivano utilizzate abusivamente da diversi dipendenti per le loro "avventure"     

di Ilario  Balì

Mentre il cappellano dell’ospedale di Locri, don Giuseppe Marino, è stato lasciato senza alloggio per la mancanza di ambienti adatti, alcune stanze del nosocomio venivano usate in gran segreto dai dipendenti per i loro incontri amorosi.

È quanto hanno scoperto i funzionari dell’Asp reggina insieme al responsabile dell’area tecnica del nosocomio di contrada Verga, impegnati nella ricerca di una sistemazione per il parroco, come previsto dalle convenzioni tra Stato e Santa Sede. Secondo quanto si è appreso diversi dipendenti, in possesso delle chiavi, entravano ed uscivano da quelle stanze usate come alcova a loro piacimento.

La questione era stata sollevata da tempo dalla Uil-Fpl che, tramite il segretario territoriale Nicola Simone, aveva evidenziato l’esistenza di locali idonei per l’alloggio del cappellano, «le cui chiavi – spiega il sindacalista - erano state prese in possesso da persone senza alcun titolo». Nei prossimi giorni, dopo le opportune ristrutturazioni, i locali saranno consegnati al cappellano, mentre i dipendenti saranno costretti a trovare altre soluzioni per le loro "avventure"