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lunedì 7 giugno 2021 | 12:58
Sanità

Sanità e posti letto non realizzati, Sapia: «Ritardo mostruoso del Piano anti-Covid, una vergogna» - Notizie

Il deputato di L'alternativa c'è sull'ultimo rapporto della Corte dei Conti: «Si tratta di un autentico disastro. Ora chi ha sbagliato deve pagare di tasca propria»

di Redazione

«È una vergogna». Esordisce così il deputato Francesco Sapia, di L’alternativa c'è riferendosi all’ultimo rapporto della Corte dei Conti che «certifica che in Calabria il Piano anti-Covid ha un ritardo mostruoso». Come spiegato nel dettaglio in un articolo pubblicato dalla nostra testata qualche giorno fa sono infatti realizzati 27 posti letto tra sub-intensiva e intensiva su 270 e nessun pronto soccorso su 18.

«Nel maggio 2020, il governo Conte aveva stanziato quasi un miliardo e mezzo per potenziare l'assistenza ospedaliera in tutta Italia, a fronte della richiesta di 711 milioni, da parte delle Regioni, per incrementare i posti letto disponibili nei reparti Covid. Ad oggi, la Calabria è riuscita ad attivare solo 16 posti di terapia intensiva sui 134 previsti e appena 11 posti di semintensiva. Inoltre la Calabria non è riuscita a portare a termine nessuno dei 18 progetti di adeguamento dei Pronto soccorso. Ancora, delle 9 nuove ambulanze acquistate ne sono arrivate solo 3».

«Si tratta – continua il deputato – di un autentico disastro. Se la Calabria avesse concretizzato, ci saremmo risparmiati anche i danni economici causati dalle chiusure, determinate dall'inadeguatezza dei servizi sanitari. Ricordo ancora le imbarazzanti dichiarazioni televisive dell'ex commissario Cotticelli sul Piano anti-Covid e rammento una mia interrogazione del 17 dicembre scorso, a seguito della quale il ministero della Salute precisò che il soggetto attuatore per le attività anti-Covid era lo stesso commissario alla Sanità regionale. Mi fa infuriare – conclude Sapia – che i sanitari calabresi abbiano dovuto fronteggiare il Covid senza mezzi e con turni massacranti, peraltro senza ricevere l'indennità prevista. Ora chi ha sbagliato deve pagare di tasca propria».