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lunedì 21 giugno 2021 | 22:04
Politica

Elezioni Calabria, Oliverio: «La sinistra si fermi, non mi rassegno all’inciucio col centrodestra» - Notizie

Così l'ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio che si schiera con Enzo Ciconte: «Il suo nome esibito in modo scorretto. Fermiamo tutto»

Mario Oliverio

«Ho letto con amarezza le dure dichiarazioni di Enzo Ciconte rilasciate nel corso di una intervista alla stampa. C'è una cosa sulla quale non è possibile far finta di nulla. Ciconte dice che il centrosinistra (nazionale e regionale) ha scelto di perdere ancora una volta le elezioni. Inciuciando alla grande, come al solito e preliminarmente, con il centrodestra. Bene, anzi male. Io non mi rassegno a questa prospettiva per altro più che accreditata da tanti anche nel Pd».

Così l'ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio in risposta ad alcune domande dei giornalisti. «Ciconte - prosegue - sa quel che dice e perché dirlo, conoscendolo. Se qualcuno ha agitato ed esibito solo strumentalmente il suo nome ha commesso una scorrettezza sul piano etico prima ancora che una perfida sciocchezza. E tuttavia sento di non dover far cadere nel vuoto ma anzi rilanciare il suo grido di allarme. Fermiamo tutto allora. Se questo è il drammatico scenario verso cui si sta spingendo il centrosinistra calabrese, che qualcuno alzi il freno a mano! Perché assistere inermi alla folle corsa senza freni verso il burrone?».

«Che qualcuno riavvolga il nastro e si faccia cogliere da un sorprendente gesto di responsabilità verso questa terra di Calabria. Lo faccia il Nazareno. Lo faccia Conte, perché no! L'unica via d'uscita è lavorare per ricomporre l'intero campo delle forze riformiste, progressiste, del centrosinistra coinvolgendo tutti e disegnando alla svelta un percorso unitario senza preclusioni ed esclusioni preventive. Non è un problema solo di nomi».

«Così come è stata confezionata - conclude Oliverio - la candidatura alla presidenza della Regione è penalizzante anche per la stessa concorrente. Il dna di questa parte di campo sono la partecipazione, il dialogo e l'inclusività. Pratica tradita e non rispettata anche stavolta sulla falsa riga del disastro annunciato con Pippo Callipo imposto da Roma senza condizioni. Perseverare, a questo punto, oltreché diabolico sarebbe pericoloso. Ben oltre ogni drammatica aspettativa».