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giovedì 23 settembre 2021 | 15:36
Politica

La visita nel Vibonese - Sanità Calabria, il sottosegretario Costa fa autocritica: «Debito dei commissari va distinto da quello storico» - Notizie

VIDEO | L'esponente del governo Draghi nel sopralluogo all'ex ospedale di Soriano Calabro auspica il ritorno alla gestione ordinaria e ammette: «Non sempre il commissariamento è la soluzione dei problemi»

di Agostino Pantano

Anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, garantisce che «bisogna tornare ad una gestione ordinaria della sanità calabrese». L’esponente del governo Draghi, arrivato per un sopralluogo nell’ex ospedale di Soriano Calabro, ovviamente non si sbilancia su tempi e modi dell’uscita dal commissariamento, ma si lascia sfuggire alcune critiche inedite quando gli si chiede come sia possibile che ancora, rispetto alla necessità di fare assunzioni, diverse sono le diatribe tra commissario di governo e Asp sulla competenza. «Questo è l’esempio – risponde con amarezza – che dimostra come a volte il commissariamento non sia la soluzione dei problemi».

Costa, esponente di Noi con L’italia – partito che sostiene la candidatura di Roberto Occhiuto – nel sopralluogo è stato accompagnato dalla commissaria dell’Asp di Vibo Valentia, Maria Bernardi, che gli ha illustrato il progetto che l’azienda è pronta a presentare alla Regione per realizzare, finalmente, la pianificata Casa della Salute.

Ad accogliere Costa anche alcuni attivisti del Comitato cittadino per il diritto alla salute, nonché la candidata del partito – la sorianese Maria Rosaria Nesci – che era assieme agli ex parlamentari Pino Galati e Michele Ranieli. «Continuare a pensare che dobbiamo rientrare dal debito facendolo pagare ai calabresi e riducendo i servizi – ha concluso Costa - credo che non sia la strada giusta. Dobbiamo avere la sensibilità e il coraggio di separare la questione del debito storico da quello creato dai commissari, ed è difficile pensare di poter rientrare se il futuro Piano di rientro lo facciamo coincidere con la gestione ordinaria».