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mercoledì 3 novembre 2021 | 22:35
Attualità

Omaggio alla memoria - Uccisa dalla ‘Ndrangheta, raccolte 13mila firme per intitolare una via a Lea Garofalo - Notizie

L’iniziativa a Campobasso. La giovane mamma calabrese pagò con la vita la scelta di ribellarsi al potere dei clan

di Redazione

Lea Garofalo

Più di 13mila persone hanno aderito alla petizione per intitolare una strada di Campobasso a Lea Garofalo, la donna uccisa dalla ‘Ndrangheta nel 2009 in Lombardia per essersi ribellata alla cultura mafiosa. Proprio a Campobasso pochi mesi prima di morire la Garofalo subì un primo tentativo di sequestro di persona.

Chi era Lea Garofalo

Testimone di giustizia sottoposta a protezione dal 2002, Lea - originaria di Petilia Policastro - decise di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco. Venne uccisa il 24 novembre 2009 in un appartamento in piazza Prealpi a Milano e il suo corpo bruciato nelle campagne di Monza.

«In tutta Italia si sono moltiplicate le iniziative per ricordare il coraggio di questa donna - ha spiegato il giornalista Paolo De Chiara, promotore della petizione su Change.org - che ha collaborato, da testimone di giustizia, con lo Stato, che ha svelato i lati oscuri della ‘Ndrangheta, che ha distrutto con la sua forza un intero clan, che ha rotto il maledetto codice mafioso. Anche a Campobasso, dove ha vissuto con la figlia Denise in via Sant'Antonio Abate 58 e dove ha subìto il tentativo di sequestro - ha concluso De Chiara - è necessario ricordare Lea con l'intitolazione di una strada. Una via che porta il nome di Lea Garofalo, vittima di ‘Ndrangheta, ancora non esiste nel capoluogo di Regione. È arrivato il momento di agire».