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venerdì 19 novembre 2021 | 16:48
Economia e Lavoro

La vertenza - Sanità, eroi del Covid per sette mesi nei reparti di Catanzaro ma da gennaio tutti a casa - Notizie

Si tratta di una cinquantina di infermieri ingaggiati dell'Asp a tempo determinato. Adesso l'azienda procederà a rimpinguare la pianta organica con attingendo dalle liste di mobilità

di Luana  Costa

«In questi mesi io ho lavorato al 118. Alcuni tra i nostri colleghi - racconta un infermiere del 118 dell'Asp di Catanzaro - si sono anche positivizzati portando il virus a casa e trasmettendolo ai propri cari». Eroi del covid per sette mesi, a fine anno senza rinnovo contrattuale e a casa. È questo il rischio cui vanno incontro una cinquantina di infermieri dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro assunto nel maggio scorso e impiegati nei reparti covid.

L'assunzione

«A gennaio saremo a casa, dopo aver lavorato in emergenza covid - aggiunge ancora Fabrizio Bianco, infermiere del 118 - e aver lasciato quindi il nostro precedente posto di lavoro: chi a tempo indeterminato, chi a incarico con altre Asp per ottemperare all'emergenza covid nella nostra provincia». L'Asp ha infatti proceduto a colmare i vuoti di organico con lavoratori assunti a tempo determinato nelle more di espletare un concorso di mobilità. I lavoratori assunti a tempo determinato saranno così sostituiti da altri infermieri a tempo indeterminato.

La proroga di un mese

«Per noi il campanello d'allarme è scattato quando l'Asp ha deciso di procedere ad una proroga dei contratti di solo un mese. Sappiamo che avrebbe potuto farlo anche per sei mesi, così come era previsto in delibera» spiega Vittorio Sacco, sindacalista dell'Usb. Infatti a novembre l'azienda sanitaria provinciale ha proceduto a sottoscrivere una proroga di un mese e mezzo; fino a fine dicembre.

Carenze di organico

«Da alcuni dati in nostro possesso - ha chiarito l'infermiere - sappiamo che i vuoti di organico sono molti di più rispetto ai 45, da noi ricoperti. Adesso faremo una richiesta d'accesso agli atti per verificare i posti effettivamente vacanti perché è possibile che ci sia spazio per entrambi: sia per noi che per il personale attinto per mobilità».