Sezioni
Edizioni locali
Blog
sabato 20 novembre 2021 | 13:36
Cronaca

Processo Miramare - Reggio Calabria, Falcomatà (sospeso) attacca la legge Severino: «Incostituzionale, ma andremo avanti» - Notizie

VIDEO | Il sindaco ha affidato ai social il suo commento alla sentenza che lo ha condannato a 1 anno e 4 mesi per abuso d’ufficio determinando la sua temporanea decadenza

di Redazione

Giuseppe Falcomatà

«L’associazione Onlus non ha mai preso possesso della sala del Miramare. Sinceramente non so quale possa essere stato il vantaggio patrimoniale e il danno all’erario che configuri l’abuso d’ufficio, sono convinto che lo scopriremo dalle motivazioni della condanna». Così nel corso di una diretta Facebook il sindaco sospeso di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, all’indomani della condanna inflitta dal tribunale di Reggio Calabria per abuso d’ufficio.

«La mia condanna, 16 mesi, è più bassa della durata della sospensione dalle funzioni di sindaco prevista dalla legge Severino, 18 mesi. Un paradosso. La Severino è una legge palesemente incostituzionale e lo dicono anche tanti magistrati, alcuni dei quali mi hanno confidato che se ci fosse un referendum per abrogarla voterebbero a favore – ha detto –. Non si può bloccare un’intera amministrazione e rallentare l’iter di una città per effetto di una sospensione che avviene in primo grado di giudizio, anche se il nostro ordinamento ne prevede tre prima che venga meno la presunzione di innocenza. Invece, per i sindaci e gli amministratori locali le regole in vigore sono diverse. Ringrazio i colleghi che hanno preso posizione rispetto alla norma. Ci stiamo muovendo insieme agli avvocati preparando il ricorso contro la sospensione».

Poi, il primo cittadino ha voluto ribadire che «l’amministrazione comunale va avanti nell’interesse esclusivo della città». «Ieri ho nominato i due vicesindaci (che lo sostituiranno al Comune e alla Città metropolitana, ndr) perché il senso della responsabilità dell’intera maggioranza è di portare avanti il mandato degli elettori».

E ancora: «Io sono nato in una famiglia e sono cresciuto in una famiglia nella quale l’idea di servire la città è insita nel nostro animo. La nostra storia la conoscete, sapete chi siamo e che siamo animati da un amore viscerale di servire il nostro territorio, con tutti gli errori umani possibili. Nessuna sentenza ci potrà distogliere da questo. Continuerò a stare per strada e a fare quello che mi avete chiesto di fare. Tornerò presto», ha concluso Falcomatà.