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sabato 1 gennaio 2022 | 14:50
Cultura

Eccellenze - Un vino di Nocera tra i migliori al mondo. Odoardi: «Un pezzo di Calabria in bottiglia» - Notizie

VIDEO | Il produttore commenta l’inserimento del rosso 1480 nell’elenco del New York Times e racconta una professione che nasce cogliendo a pieno i risvolti antropologici del territorio

di Tiziana Bagnato

Ancora un riconoscimento internazionale per il nettare degli dei prodotto sulle colline di Nocera Terinese dalla famiglia Odoardi. Il rosso 1480, prodotto nel 2015, è stato collocato dal celebre critico del New York Times Eric Asimov tra i venti migliori vini dal costo inferiore ai venti dollari.

Un attestato prezioso per Gregorio Odoardi che di professione è anche un medico radiologo e che a questo vino ha dato come nome l’anno in cui la sua famiglia dalla Germania approdò in Calabria. Una miscela rossa, «incentrata sull'uva gaglioppo, che è affumicata, tannica e un po' selvaggia, come la Calabria, ma concentrata e deliziosa», lo ha definito il critico statunitense cogliendo nel pieno l’obiettivo di una famiglia di produttori innamorata del vino tanto come bevanda che nei suoi intrinsechi significati antropologici.

E lo si capisce da come Odoardi lo descrive con un calice in mano 1480: «Una parte di Calabria, un sogno della Calabria, una parte di un racconto della nostra terra, fatta di vento, di aria, di profumi, di sole e anche di pioggia, è andato in una bottiglia. È un messaggio universale, perché il vino è un messaggio universale».

E non è la prima volta che gli Stati Uniti puntano gli occhi sulle viti nostrane: «C'erano stati dei riconoscimenti di questo tipo, con il Gb del 2014», ci racconta Odoardi che di queste menzioni fa tesoro perché «sono riconoscimenti che vanno non solo all'azienda, ma a un popolo che produce perché un’azienda è fatta di persone che ci lavorano, che si alzano la mattina alle sei, che curano le viti, la raccolta e che operano la trasformazione».

«Un vino – conclude Odoardi - è il prodotto di un territorio e quindi delle genti che lo abitano». E allora la “nostra” Calabria è conosciuta da molti se si pensa che l’ottanta per cento della produzione della cantina di Nocera viene esportata.