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lunedì 7 febbraio 2022 | 22:37
Cultura

Patrimonio di carta - A Lamezia la Casa del Libro Antico che custodisce veri tesori ma non ha un responsabile - Notizie

VIDEO | Dai frammenti di codici manoscritti greci e latini alle Cinquecentine di Tommaso Campanella, custodisce perle dal valore inestimabile. Pesa però la mancanza di personale

di Tiziana Bagnato

Un luogo di nicchia, sconosciuto ai più ma che vanta un vero e proprio “tesoretto”, 2500 volumi tra originali e riproduzioni dall’inizio del sedicesimo secolo e non solo.La Casa del Libro Antico, appendice della Biblioteca di Lamezia Terme, ospitata da Palazzo Nicotera, custodisce veri tesori di inchiostro.

A farci da Cicerone in questo viaggio è l’assessore alla Cultura del Comune di Lamezia Terme, archeologa e storica dell’arte, Giorgia Gargano che su tutto il patrimonio di beni della città sta da tempo promuovendo una campagna di valorizzazione e uso, pandemia e sospensione amministrative permettendo.

In poche centinaia di metri, nella Casa intitolata alla compianta politica e docente Graziella Riga, si possono trovare libri recuperati nel tempo tra luoghi italiani ed europei in cui fiorì l’arte tipografica, insieme a codici manoscritti che appartengono a periodi decisamente più remoti.

Le Cinquecentine di Campanella

A togliere dal cono d’ombra la Casa del Libro Antico sono state però soprattutto le Cinquecentine del filosofo, teologo, poeta e frate domenicano Tommaso Campanella che studiò a Nicastro tra il 1585 e il 1587 dove coltivò studi di logica aristotelica. Ma il nodo principale del patrimonio librario sono le opere appartenenti alla collezione dei conventi dei Cappuccini e dei Domenicani di Nicastro requisite a seguito della soppressione degli Ordini religiosi avvenuta nel 1866.

Nella collezione si trovano testi stampati relativi a opere di teologia, filosofia, patrologia, storia ecclesiastica ed esegesi, insieme a raccolte omiletiche, agiografiche, canoniche e bullari. A questi volumi si aggiungono opere manoscritte e frammenti di codici manoscritti greci e latini per arrivare in tutto ad una collezione di oltre 2500 libri stampati tra il XVI e il XIX secolo in diversi centri italiani ed europei che furono all'epoca centri fiorenti dell'arte tipografica, tra i quali si annoverano i celebri torchi di Manuzio, Giunta, Giolito, Froben e Plantin.

Un piccolo Museo del Libro

L’assessore Gargano è entusiasta quando ne parla: «È una specie di piccolo Museo del Libro dentro la biblioteca. Non è certamente il tipo di luogo soggetto al turismo di massa però moltissime scuole vengono a visitarlo perché c'è anche un apparato didattico sulla storia del libro, la scelta della carta e su come il libro materialmente si costruisce, per cui di fatto la biblioteca comunale da anni e garantisce un servizio di didattica».

Purtroppo in un momento storico in cui i libri non sono molto ricercati e la carta sta diventando quasi per amatori, succede che manchi anche il personale. Ma la Casa del Libro Antico non è un caso a sé, tutti gli uffici comunali risentono di un’importante carenza di risorse che peggiora di anno in anno, mentre si è in attesa del via libera ai concorsi che però al momento non sembrano riguardare figure umanistiche.

Manca un responsabile

«La Casa del Libro Antico non ha un suo responsabile, - ci spiega Gargano - mentre avrebbe necessità proprio di una figura tecnica che si occupi della specificità di questi volumi. Nonostante questo le bibliotecarie la tengono sempre aperta al pubblico e non mancano gli studiosi che fanno richiesta di vedere. Guardiamo positivamente al futuro con l’intenzione di potenziare la visibilità di questi volumi».