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venerdì 25 febbraio 2022 | 10:21
Cronaca

L’inchiesta - Riti voodoo per far prostituire una ragazza: arrestato a Reggio Calabria boss della mafia nigeriana - Notizie

Le vittime venivano legate e tenute in uno stato di completa prostrazione psicologica per poi avviarle alla prostituzione. Nell'inchiesta sono indagati altri tre suoi connazionali

di Redazione

Ha fatto arrivare in Italia una ragazza nigeriana promettendole un posto di lavoro in un bar. L'ha costretta a prostituirsi per ripagare il debito, l'ha sequestrata in un appartamento a Bari, l'ha violentata, messa incinta e poi l'ha cacciata di casa impendendole di portare con sé i documenti e pure il figlio nato dallo stupro che ha subito dal suo aguzzino. Favour Obazelu, detto "Fred" o "Friday", di 43 anni, ritenuto tra i capi della mafia nigeriana, è stato arrestato dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l'accusa di riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, sequestro e violenza sessuale.

L'arresto di Obazelu, che è indagato anche per associazione a delinquere, è stato disposto dal gip Vincenza Bellini su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del sostituto della Dda Sara Amerio. Assieme al fratello, Eghosa Osasumwen detto "Felix" di 32 anni, e ad altri soggetti che si trovano in Libia e in Nigeria, Obazelu avrebbe reclutato in patria ragazze da condurre con l'inganno in Italia.

Nell'inchiesta sono indagati altri tre nigeriani, due donne di 30 e 22 anni, e un uomo di 25. Le vittime venivano legate mediante rito voodoo e tenute in uno stato di completa prostrazione psicologica per poi avviarle alla prostituzione. Una di loro lo ha denunciato e ha raccontato agli investigatori di essere stata «sottoposta in Nigeria - riassume il giudice - ad un rito di magia nera per vincolarla al rispetto dell'impegno di pagare la somma di 25mila euro». Stando alle indagini del pm Amerio, ci sarebbe stata una vera e propria cerimonia in cui la ragazza, all'epoca ventunenne, e la sua famiglia sono state minacciate di morte nel caso in cui avessero infranto il giuramento.