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mercoledì 2 marzo 2022 | 06:30
Cronaca

Quarta ondata - Ospedale di Locri, 6 positivi al Covid tra il personale di Cariologia: reparto chiuso e posti letto ridotti - Notizie

Secondo quanto si è appreso si tratterebbe di un medico, 4 infermieri e un oss. Il sindacato: «Nel silenzio più assordante della politica si consuma l'ennesima spoliazione»

di Ilario  Balì

Alcuni casi di positività al Covid sono stati diagnosticati all'Ospedale Locri tra il personale sanitario del reparto di Cardiologia-Utic. Secondo quanto si è appreso si tratterebbe di un medico, 4 infermieri e un oss. Le loro assenze stanno mettendo un po' in difficoltà l'organizzazione del reparto, costringendo il direttore sanitario ospedaliero Salvatore Barillaro ad adottare un provvedimento di chiusura dell’unità per sanificare i locali. Lo stesso ha anche comunicato che a far data da oggi fino a nuove comunicazioni saranno garantiti soltanto un totale di 4 posti letto di degenza (due di Utic e due di Cardiologia).

Una decisione, quest’ultima, che ha lasciato perplesso il sindacato indipendente Fsi-Usae, secondo cui la riduzione di organico sarebbe dovuta alla carenza di medici. «Non riusciamo a comprendere le motivazioni, in quanto non vengono riportati nella suddetta disposizione – affermano i sindacalisti Emanuela Barbuto e Antonio Taccone - che hanno indotto il direttore medico del presidio a sopprimere drasticamente i posti letto riducendoli dagli attuali 16 a soli 4 posti senza neanche indicare un limite temporale, nonostante la presenza in organico di 19 infermieri, 4 Oss, un ausiliario e 6 medici cardiologi. Se questa decisione come crediamo, sia scaturita dalla carenza di personale, siamo fermamente convinti che non serve a risolvere il problema».

Barbuto quindi rincara la dose: «Nel silenzio più assordante della politica si consuma l'ennesima spoliazione dell'Ospedale di Locri – ha tuonato la sindacalista - La Fsi-Usae non può tollerare che i cittadini della locride subiscano un ulteriore sopruso con la negazione del sacrosanto diritto di curarsi nel proprio territorio senza doversi rivolgere ad altre strutture».