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mercoledì 4 novembre 2015 | 16:49
Politica

Vibo, irregolarità nel tesseramento: congresso Pd a rischio? - Notizie

‘Le tessere sono già state consegnate dai collaboratori di Censore ai segretari di circolo a lui vicini contravvenendo alle modalità stabilite’: è la denuncia di Giuseppe Disì, componente della commissione interna del Partito democratico vibonese

L’atteggiamento di alcuni esponenti di primo piano della scena politica vibonese rischia addirittura mettere a repentaglio lo svolgimento del congresso provinciale: il Pd vibonese rischierebbe di arrivare a tanto se non si troverà la “quadra” rispetto alle modalità di tesseramento degli iscritti aventi diritto al voto proprio in vista del rinnovo degli organismi provinciali del partito.

 

A lanciare l’allarme è Giuseppe Disì, esponente renziano (vicino all’ex presidente della Provincia De Nisi e membro della commissione che annovera anche il consigliere regionale Michele Mirabello) che spiega come le stesse regole stabilite dal direttorio sarebbero oggi apertamente violate dalla corrente che fa riferimento al deputato Bruno Censore: «le tessere sono state già consegnate dai collaboratori di Censore ai segretari di circolo a lui vicini, contravvenendo apertamente alle modalità stabilite dalla commissione» - è quanto dichiarato da Disì alla Gazzetta del Sud.

 

Accuse che del resto ha già confermato anche a Il Vibonese aggiungendo come la commissione di cui fa parte avesse «già delineato un preciso regolamento, sulla falsariga di quello nazionale, stabilendo che le stesse tessere, di numero pari agli iscritti del 2014 incrementato del 20 per cento, sarebbero state consegnate dallo stesso comitato ai segretari di circolo e secondo un calendario condiviso, a garanzia di massima trasparenza». Così non è stato, anzi. Disì spiega che «delle tessere, nel comitato non si è mai vista neppure l’ombra. Le stesse sono però state smistate da collaboratori di Censore e Mirabello direttamente nelle mani dei segretari “amici” con grande sorpresa anche di altre sezioni, diciamo “non allineate”, alcune delle quali hanno già denunciato tale circostanza al livello nazionale».

 

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