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domenica 27 marzo 2022 | 18:40
Ambiente

Tradizioni - L’innesto del ciliegio, l’antica tecnica agronomica tramandata a Cerisano - Notizie

VIDEO | Il centro del Cosentino è caratterizzato dalla numerosa presenza di maiatiche, una varietà di albero di ciliegie che rispetto a quelle tradizionali maturano nel mese di maggio. Uno storico del posto ci spiega il metodo tradizionale di fusione delle piante

di Saverio Caracciolo

Cerisano, paese in provincia di Cosenza, è molto conosciuto per le sue ottime castagne ma è anche caratterizzato dalla numerosa presenza di piante maiatiche, una varietà di albero di ciliegie che rispetto a quelle tradizionali maturano nel mese di maggio. Ciliegie che quindi, rispetto a quelle che hanno maturazione più tardiva, non hanno bisogno di trattamenti per evitare la produzione di vermi e quindi possono ritenersi davvero genuine e biologiche.

Si tratta di un frutto molto succoso con una forma a cuore di bue, rosso brillante nella parte più esposta al sole e roseo dall’altra, molto usato per la produzione di marmellate. Andrea Perrotta, uno storico di Cerisano, che ama approfondire le varie tradizioni calabresi in modo da tenerle vive e non farle scomparire, ci ha voluto far vedere come si realizza un innesto di ciliegio maiatico, utilizzando la pianta di visciola, un albero di ciliegio selvatico che fa parte dei ciliegi acidi come l’amarena e il marasco.

Anticamente a Cerisano venivano scelte le piante di visciola in montagna, perché la tradizione vuole che siano piante molto più longeve tant'è che in paese ce ne sono anche di ultracentenarie.

Ma come si procede? Viene prima tagliata a metà la pianta usata per l’innesto, con un taglio in orizzontale, dopodiché si fa uno spacco sul portainnesto e si inseriscono due piccoli rami del ciliegio maiatico. Dunque basterà chiudere la ferita creata alla pianta: anticamente si usava dell'argilla posizionandola su tutta la parte dell’innesto, legata con uno straccio umido in modo da mantenere la ferita sempre inumidita; oggi invece c'è la possibilità di farlo con la cera d’api, che va a sostituire questa procedura arcaica