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martedì 26 aprile 2022 | 17:06
Attualità

25 aprile - Polistena, festa della Liberazione tra emozione e aggregazione nella città guidata dai comunisti da 40 anni - Notizie

VIDEO | Dalla cerimonia si è badato bene a tenere fuori le polemiche di questi giorni. Non hanno parlato Salvatore Tripodi e Domenico Lazzaro, i due iscritti all'Anpi che nel 1971 avevano preso la tessera dell'Msi

Prima la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, poi la partita di calcio tra una rappresentativa della sezione Pci e una squadra amatoriale di Polistena. Anche quest’anno la Festa della Liberazione, tra i suoni della banda e il tricolore ai balconi, è stato il solito concentrato di emozione e aggregazione e, nella cittadina da 40 anni amministrata quasi ininterrottamente dai comunisti governano da 40 anni, si è badato bene a tenere fuori dalla cerimonia le polemiche di questi giorni.

Non hanno voluto fare dichiarazioni né Salvatore Tripodi né Domenico Lazzaro, i due iscritti all’associazione dei partigiani che nel 1971 presero la tessera del Movimento sociale, partito all’epoca della destra post fascista molto radicato a Polistena.

Un silenzio carico di significati, il più importante serve a non smentire – ed è la seconda volta – quanto documentato nel servizio di LaCnews24 sui due ex missini, ai quali il Pci aveva espresso solidarietà aggiungendo rivelando il particolare inedito relativo a Salvatore Tripodi, che per diversi anni successivamente divenne il più stretto dei collaboratori del sindaco e senatore Girolamo Tripodi.

Chi invece a margine della cerimonia ha accettato di parlare, è stato l’attuale sindaco Michele Tripodi che, pur non parlando delle polemiche che attraversano l’Anpi nazionale – con il presidente Pagliarulo accusato di ambiguità rispetto alla guerra tra Russia e Ucraina – ha rilasciato una dichiarazione incentrata sul diritto ad avere posizioni diverse rispetto al conflitto in corso. «In una società che ormai volge al qualunquismo – ha detto - è giusto difendere i valori della democrazia e anche del pluralismo perché in uno Stato autenticamente democratico è giusto che vi siano opinioni diverse anche sugli eventi internazionali».