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venerdì 17 giugno 2022 | 21:02
Attualità

Universita’ - Un diplomato su 4 del Sud sceglie di studiare fuori: ecco quanti laureati sfornano gli atenei calabresi - Notizie

Secondo il Rapporto 2022 di Almalaurea il 28% dei giovani del Mezzogiorno di fascia sociale alta migra per motivi di studio. Immatricolazioni in rosso al Meridione (ASCOLTA L'AUDIO)

di Claudio Labate

Laureati, immagine repertorio da pexels (foto di Emily Ranquist)

Laurearsi conviene. Il livello del titolo di studio posseduto è infatti determinante per non restare disoccupati e per guadagnare di più. D’altra parte, secondo l’Istat nel 2021 il tasso di occupazione della fascia di età 20-64 anni tra i laureati è pari al 79,2% a fronte del 65,2% dei diplomati e un laureato, secondo la documentazione Oecd (Organization de Coopération et de Développement Économiques), guadagnava nel 2020 il 37% in più rispetto a un diplomato.

Ma chi cerca fortuna, riesce a trovarla, come al solito, e anche forse in maniera più accentuata oggi, nel centro - nord Italia, contribuendo ad ampliare il divario tra le due aree del paese, da una parte relegando il Mezzogiorno a terra di migratori anche per motivi di studio, dall'altro riproponendo i soliti interrogativi: cosa fa l'impalcatura socio istituzionale a queste latitudini per trattenere le sue giovani menti?

È questo il contesto in cui leggere i dati rilasciati dal XXIV Rapporto AlmaLaurea sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati che è stato presentato lo scorso 16 giugno all’Università di Bologna. L’indagine, ha riguardato 77 atenei (tra questi l’Università della Calabria, la Magna Graecia di Catanzaro e la Mediterranea di Reggio Calabria), ed ha coinvolto 299.320 laureati dell’anno solare 2021.

Laureati e lauree

I 77 atenei coinvolti nell’indagine, in cui consegue il proprio titolo circa il 90% dei laureati in Italia – si legge nel rapporto – si distribuiscono sul territorio nazionale con una certa omogeneità: 28 al Nord, 23 al Centro, 26 al Mezzogiorno. Sei di questi atenei (Bologna, Sapienza Università di Roma, Torino, Padova, Napoli Federico II e Milano Statale) nel 2021 superano i 10 mila laureati. Per quanto riguarda le calabresi, l’Unical ha sfornato 3.983 laureati, la “Magna Grecia" di Catanzaro 1.678, e la Mediterranea di Reggio 756.

Il complesso dei laureati si articola come segue: 168.685 laureati di primo livello (che rappresentano il 56,4% del complesso dei laureati del 2021); 34.510 magistrali a ciclo unico (11,5%); 95.252 magistrali biennali (31,8%); 111 nel corso pre-riforma in Scienze della Formazione primaria e 762 in altri corsi pre-riforma (che insieme costituiscono ormai solo lo 0,3% del totale).

Le noti dolenti

Il dato positivo, è che l’88,8% degli studenti è soddisfatto del rapporto con il docenti, e il 72% sceglierebbe di nuovo gli stessi studi e lo stesso ateneo.

La nota dolente è da ritrovarsi nella provenienza geografica dei laureati. Nel 2021 – si legge ancora nel rapporto - quasi la metà dei laureati (44,3%) ha conseguito il titolo nella stessa provincia in cui ha acquisito il diploma di scuola secondaria di secondo grado e un altro 25,8% si è spostato in una provincia limitrofa: ne consegue dunque che il 70,1% dei laureati ha studiato al più nella provincia limitrofa a quella di conseguimento del diploma. Dunque, la mobilità è in tendenziale aumento, ma le migrazioni per motivi di studio hanno una direzione sempre più chiara, e quasi sempre dal Mezzogiorno al Centro- Nord: il 28% dei laureati che ha conseguito il diploma al Mezzogiorno ha scelto un ateneo di un’altra regione (centro settentrionale), rispetto al 13,2% di chi ha conseguito il diploma al Centro e al 3,3% di chi ha conseguito il diploma al Nord.

Di quel 28% che da Mezzogiorno decide di partire per conseguire la laurea in altri atenei, il 16,1% scegli quelli del Nord e l’11,9% quelli del Centro.

«Posto a cento il numero di laureati che hanno conseguito il diploma in ciascuna delle tre ripartizioni, il saldo migratorio - calcolato confrontando la ripartizione geografica di conseguimento del diploma e della laurea - è pari a +23,1% al Nord, a +19,7% al Centro e a -25,7% al Mezzogiorno. Pertanto, per motivi di studio, il Mezzogiorno perde, al netto dei pochissimi laureati del Centro-Nord che scelgono un ateneo meridionale, oltre un quarto dei diplomati del proprio territorio».

Peraltro, chi parte verso il centro nord ha una provenienza sociale e culturale alta, il che significa – si legge ancora nel rapporto Almalaurea 2022 – che «nel passaggio tra il diploma e la laurea il Nord “guadagna”, a scapito del Mezzogiorno, capitale umano con un retroterra culturale ed economico più favorito».

E non è un caso se l’altro dato negativo certificato dal Rapporto sia legato al calo delle immatricolazioni rispetto al 2020/2021. Le università italiane contano una flessione del 3%, ma al Sud si arriva al 5%.