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mercoledì 5 ottobre 2022 | 21:33
Cronaca

Pagine di storia - Gerace, un corteo storico in ricordo dei cinque martiri che morirono per l’Italia unita - Notizie

VIDEO | Rievocate a distanza di 175 anni le gesta e la fucilazione di Gaetano Ruffo, Pietro Mazzone, Rocco Verduci, Michele Bello e Domenico Salvadori 

di Ilario  Balì

Il 2 ottobre 1847 nella Piana di Gerace un plotone di esecuzione delle milizie borboniche uccide cinque giovani intellettuali che avevano innalzato al cielo il grido di “Viva l’Italia viva la Costituzione”. La vita e la morte di Gaetano Ruffo, Pietro Mazzone, Rocco Verduci, Michele Bello e Domenico Salvadori, i “Cinque Martiri di Gerace”, precursori dell’Unità d’Italia, sono state rievocate a distanza di 175 anni con il primo corteo storico organizzato dall’associazione museo della scuola “I care” e patrocinato dall’amministrazione comunale. Un momento importante per ricordare una pagina di storia della Calabria.

«Il corteo – ha sottolineato il presidente dell’associazione Vito Pirruccio - costituisce un ulteriore tassello per rimuovere la colpevole dimenticanza e assegnare ai 5 martiri e alla Locride il giusto riconoscimento nella gloriosa pagina del Risorgimento nazionale. Oggi si aprono degli spiragli che, come associazione intendiamo cogliere e assecondare. Mesi fa il direttore del Museo del Risorgimento di Torino Francesco Martinotti si è reso disponibile ad accogliere il nostro invito a realizzare uno spazio per i 5 Martiri di Gerace dentro il palinsesto museale di Palazzo Carignano».

Nel corso della manifestazione, tra incursioni poetiche e musicali, è stato inoltre ricordato l’alto valore patriottico del sacrificio dei 5 martiri che hanno lottato per degli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità sacrificando la propria vita. «I giovani non comprendono e non conoscono una pagina gloriosa del Risorgimento italiano – ha espresso l’assessore comunale alla cultura geracese Salvatore Galluzzo - Questi ragazzi sono stati i precursori dell’Italia unita. È importante che da Gerace parta un messaggio di unità e fratellanza, ma soprattutto di recupero della memoria».