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sabato 29 ottobre 2022 | 18:00
Attualità

La storia - Si tatua la Calabria sul braccio ed emigra a Sud: il sogno all’incontrario di un’imprenditrice milanese - Notizie

VIDEO | Giuliana Russotto lavora nel settore delle telecomunicazioni. Lo scorso anno si è trasferita nella nostra regione e ha assunto 15 dipendenti: «Penso che sia stata la scelta migliore che ho fatto nella mia vita»

di Cristina Iannuzzi

La Calabria ce l’ha nel cuore, ma ce l’ha pure tatuata sul polso. Un amore così grande da spingerla a stravolgere la sua vita e ad emigrare verso sud. A Vibo Valentia. Una scelta di vita radicale che Giuliana Russotto, imprenditrice milanese di 46 anni che lavora per una importante società di telefonia, ha meditato per lungo tempo fino a quando, nel novembre dello scorso anno, ha lasciato il suo ufficio attrezzato sui Navigli, per trasferire il suo lavoro in Calabria. Una scelta maturata negli anni in cui veniva qui per trascorrere le vacanze.

«Mio marito è calabrese, di Mongrassano, in provincia di Cosenza. E ogni volta che in autostrada appariva il cartello, mi veniva il batticuore, avevo le palpitazioni. Non ho scelto io questa regione. È stata la Calabria a scegliere me». Ci accoglie nel suo nuovo studio in una palazzina di Ionadi. C’è il suo ufficio, la sala meeting, i locali per il tempo libero e l’angolo bar. Nello stesso stabile dell’ufficio c’è anche la sua abitazione. Ci sono le camere delle figlie di 11 e 19 anni. Anche le sue ragazze l’hanno seguita in questa scelta. «Tra un paio di mesi scenderà anche il mio compagno che qui aprirà un locale».In Calabria dice di aver ritrovato il sorriso e non solo: «Ho smesso di fumare, ho più tempo per prendermi cura di me, respiro aria pulita e i pomodori sanno di pomodoro. Ogni cosa qui ha un sapore diverso, più genuino». È stata una scelta di cuore la sua. Non ne poteva più della vita frenetica di Milano. «Penso che in 45 anni questa sia stata la scelta migliore della mia vita», ha scritto sul suo profilo Facebook.

Un post che ha suscitato reazioni contrapposte. Da una parte messaggi di incoraggiamento per la scelta, dall’altra parte ha suscitato scetticismo e critiche. «Bisogna dire che anche il lavoro che svolgo mi ha aiutato», ammette. Da quando è qui, ha assunto 15 collaboratori: «Il lavoro è un dare per ricevere. Quello che alcune aziende non capiscono è che il dipendente va valorizzato, non serve molto, è sufficiente solo ricordarsi il nome di tutti e non trattarli come numeri». Giuliana ha inseguito un sogno al contrario che l’ha portata in una delle province più povere d’Italia. «È qui che voglio vivere il mio presente. Qui sono felice. Qui ho trovato serenità e pace interiore».