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martedì 10 gennaio 2023 | 17:54
Cronaca

Toghe sporche - Corruzione a Catanzaro, confermata in Appello la condanna per il giudice Petrini: 4 anni e 4 mesi di carcere - Notizie

VIDEO | L'ex magistrato era rimasto coinvolto nel gennaio del 2020 nell'inchiesta Genesi. Condanna confermata anche per Emilio Santoro e l'avvocato Francesco Saraco

di Luana  Costa

È stata confermata dalla Corte d’Appello di Salerno la condanna nei confronti dell’ex magistrato catanzarese Marco Petrini accusato di corruzione in atti giudiziari in concorso con l’avvocato Francesco Saraco e il presunto faccendiere Emilio Santoro.

Tutti erano rimasti coinvolti nel gennaio del 2020 nell’inchiesta nota come Genesi attraverso cui la Procura di Salerno aveva fatto luce su presunti episodi di corruzione nel distretto giudiziario catanzarese. Petrini, Santoro e Saraco avevano poi avviato un percorso di collaborazione con i magistrati confermando in parte le accuse.

In secondo grado è stata confermata per tutti e tre gli inputati la condanna già inflitta dal gup del Tribunale di Salerno. A Marco Petrini è stata così inflitta una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione. La Procura generale aveva chiesto 5 anni. Emilio Santoro è stato condannato a 3 anni e 2 mesi mentre a Francesco Saraco è stata inflitta una condanna a 1 anni e 8 mesi.

Nello specifico, il reato contestato è quello di corruzione in atti giudiziari. L’ex presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro (difeso dall’avvocato Francesco Calderaro) è accusato di aver accettato dazioni di denaro ed altre utilità per compiere atti contrari ai doveri di ufficio, ovvero intervenire sull’esito delle sentenze. Emilio Santoro, invece, (difeso dall’avvocato Michele Gigliotti) avrebbe funto da intermediario consegnando il denaro o facendosi portavoce delle richieste corruttive. Infine, l’avvocato Francesco Saraco (difeso dall’avvocato Nico d’Ascola) avrebbe corrotto il giudice per far ottenere una riduzione di pena e l’esclusione dell’aggravante associativa da alcuni familiari rimasti coinvolti nell’inchiesta Itaca Free Boat.