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domenica 15 gennaio 2023 | 11:00
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Primi piani - Su LaC la storia di Francesco Vangeli, mamma Elsa: «Voglio giustizia, lo devo a mio figlio» - Notizie

VIDEO | Nel programma condotto da Francesco Tricoli la terribile vicenda del giovane di Filandari scomparso nel nulla il 9 ottobre 2018. Per gli inquirenti il 26enne è stato ucciso per la relazione con una ragazza e poi gettato nel Mesima

di Redazione

Francesco Vangeli appartiene per sempre al fiume Mesima? A mamma Elsa, che si racconta nell'ultima puntata di Primi Piani, il format curato da Francesco Tricoli, il cuore non dà pace e non si arrende a questa dolorosa verità. Certo è che il giovane di Filandari, al centro di un amore conteso, sembra essere sparito letteralmente nel nulla.

La sera del 9 ottobre del 2018 Francesco, 26 anni appena, esce di casa da Scaliti, piccola frazione del comune vibonese di Filandari, per andare nella vicina Mileto dove ad attenderlo c'è il suo destino. Da tempo ha iniziato relazione con una ragazza che però sembra essere legata sentimentalmente anche ad un altro ragazzo.

È un giovane, Giuseppe, che tutti in paese conoscono come il nipote del boss di San Giovanni, Nazzareno Prostamo. Sarebbe stato lui, insieme al fratello Antonio, a tendere la trappola a Francesco. Attirato con una normale scusa, lo ferisce con un colpo di fucile e, caricato il corpo in macchina, lo getta ancora morente tra le acque del Marepotamo, affluente del fiume Mesina. Malgrado i massicci sforzi delle forze speciali subacquee di carabinieri e vigili del fuoco, impegnati per diverso tempo nelle ricerche, il corpo di Francesco non verrà più ritrovato.

Sarà forse proprio per questa assenza che le lacrime per la perdita del figlio non consentono a Elsa Tavella di trovare, se non pace, nemmeno consolazione per un dolore così grande.

«Non ho mai desiderato vendetta – confida la donna - ma giustizia sì, la devo a mio figlio per quello che gli hanno fatto». La donna, madre di altri due figli, è convinta che il corpo del figlio, però, non sia nel fiume: «Durante le indagini - racconta - hanno parlato di un pozzo in mezzo alle campagne. Ed in ogni caso il mare restituisce sempre i corpi, perché in questo caso non è successo?».

Pochi giorni fa la Corte d'Appello di Catanzaro ha di fatto dimezzato la pena inflitta in primo grado a Giuseppe Prostamo: due aggravanti, futili motivi e premeditazione nel fatto di sangue, non sono state riconosciute ed hanno così ridotto la pena da 30 a 17 anni e 6 mesi.