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mercoledì 18 gennaio 2023 | 15:12
Cronaca

La mobilitazione - Da due anni precari e disoccupati dal primo gennaio, protestano i lavoratori a tempo di Prefetture e Questure - Notizie

VIDEO | Il ministero dell'Interno non ha inteso procedere alla proroga dei contratti. In 100 erano stati assunti per le attività di riconoscimento dei migranti. I sindacati chiedono la stabilizzazione e ora sposteranno la lotta a Roma

di Luana  Costa

Precari per 24 mesi e dal primo gennaio a casa. È questo l'epilogo per 100 lavoratori somministrati impiegati nelle Prefetture e nelle Questure nelle attività di riconoscimento dei migranti, a cui il 31 dicembre è scaduto il contratto. Il ministero dell'Interno finora non ha proceduto al rinnovo e così questa mattina un gruppo di lavoratori assieme alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil ha organizzato un sit in di protesta sotto il Palazzo di Governo a Catanzaro per riavviare un dialogo finalizzato alla proroga contrattuale.

«L'unica forza lavoro che si occupava di queste attività perché com'è noto la pubblica amministrazione è in sofferenza dal punto di vista del personale. Quindi venendo a mancare queste unità potrebbero esser messe in difficoltà le pratiche burocratiche per la normalizzazione e della concessione della cittadinanza ai migranti» ha chiarito Enzo Musolino, segretario regionale Cisl. 

Insomma, a preoccupare non è solo la salvaguardia dei posti di lavoro: «Le Prefetture e le Questure non saranno più nelle condizioni di gestire l'emergenza immigrazione e gli sbarchi, pur se la Calabria è molto interessata da questi fenomeni. E la conseguenza diretta per i lavoratori è quella di aver perso un minimo di salario e di sussistenza» ha aggiunto ancora Musolino.

«Nei nostri obiettivi c'era anche una futura stabilizzazione dei lavoratori, circostanza che non si  è verificata immediatamente a seguito dell'insediamento del nuovo Governo» ha precisato Ivan Ferraro, segretario regionale Nidil Cgil. Le proteste per ora confinate territorialmente si sposteranno a Roma il 31 gennaio. «Il ministero continua a rinviare i nostri incontri e purtroppo saremo costretti a proseguire in questa vertenza e nelle mobilitazioni».