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sabato 18 marzo 2023 | 08:28
Cronaca

In trappola - Gli rubavano il reddito di cittadinanza e lo pagavano 30 euro a settimana: l’incubo di un 40enne cosentino - Notizie

Tre persone arrestate con l’accusa di violenza privata aggravata ed estorsione. La vittima era costretta con minacce di ogni tipo a versare quanto percepiva e a lavorare per una paga da fame. E stavano per fargli vendere anche la casa di famiglia

di Redazione

Squadra mobile

Stamattina il personale della Polizia di Stato ha eseguito tre ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, a carico di due coniugi e di un terzo soggetto, ritenuti tutti responsabili, a vario titolo in concorso, dei delitti di violenza privata aggravata, estorsione nonché intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ai danni di un quarantenne cosentino. I provvedimenti cautelari, emessi dal GIP del Tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, diretta dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo, sono stati disposti a seguito delle indagini svolte dalla Squadra Mobile.

Le indagini che si sono sviluppate con preliminari acquisizioni in sede info-investigativa, hanno portato, successivamente, la parte offesa a formulare generiche dichiarazioni a carico degli indagati. Tali acquisizioni venivano successivamente suffragate dall’attività tecnica esperita nonché da numerosi riscontri documentali e testimoniali. Emergeva in specie, che gli indagati, con minacce e violenze di ogni genere, costringevano il giovane a cedere somme di denaro, provento di alcune vendite immobiliari nonché dal reddito di cittadinanza dallo stesso percepito. Inoltre, lo stato di soggiacenza della parte offesa e la conseguente difficoltà economica in cui era costretto a versare, inducevano la stessa ad accettare di effettuare attività lavorativa per numerose ore giornaliere, a fronte di un irrilevante corrispettivo pari a soli 30 euro settimanali.

Veniva accertato che gli indagati avevano anche tentato, con minacce e violenze fisiche, di costringere il predetto anche alla vendita della propria abitazione familiare, sempre con l’intento di appropriarsi del ricavato. Tali evenienze determinavano, l’Autorità Giudiziaria, a disporre, nei confronti dei coniugi sottoposti a misura cautelare anche il sequestro di una consistente somma di denaro, ritenuta provento delle estorsioni.