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mercoledì 5 aprile 2023 | 20:42
Economia e Lavoro

Il fronte dei No - Ponte sullo Stretto, l’esperto Ziparo: «Progetto bocciato dagli stessi progettisti, ecco perché non può essere costruito» - Notizie

Il professore di urbanistica all’università di Firenze e coordinatore degli studi sugli impatti dell’infrastruttura spiega: «Non si è mai fatto un progetto esecutivo perché avrebbe dimostrato l’opposto di quello doveva»

di Elisa Barresi

Si è ricompattato il fronte del No al Ponte sullo Stretto. Ha rispolverato le bandiere ed è pronto a battersi per fermare un’opera che, a distanza di dieci anni, è tornata a far parlare di sé. Ma le motivazioni della ferma opposizione non sono cambiate. Sono ancora convinti che Calabria e Sicilia abbiano altre priorità, che il Ponte abbia un impatto ambientale devastante e, soprattutto, che non sia fattivamente costruibile.

Tutte motivazioni documentate e sostenute al Nuvola Rossa di Villa San Giovanni che ha riaperto una battaglia ferma da un decennio. «Quelli del ministro Salvini sono annunci che seguono la logica che da anni vede il sud come merce di scambio elettorale».  Giovanni Cordova del Nuvola Rossa non ha dubbi e a supportare questa posizione è stato Alberto Ziparo, professore di urbanistica all’università di Firenze e coordinatore degli studi sugli impatti del ponte sullo Stretto.

«Da dieci anni fa non è cambiato nulla – ha spiegato l’esperto – siamo alla pura propaganda. Il progetto del ponte fu bocciato dagli studiosi critici, dai suoi stessi progettisti che, dopo aver cercato invano di trovare una soluzione per la fattibilità. Non parliamo dell’anti-economicità, dell’impatto ambientale che per il territorio sarebbe evidenti. Pensavamo di avere a che fare con un manufatto costruibile, invece, gli stessi progettisti, la massima autorità tecnica, hanno spiegato che non si è mai fatto un progetto esecutivo perché avrebbe dimostrato l’opposto di quello doveva. Anche Salvini nel 2016 denunciava Renzi, che allora propugnava il Ponte, di volere un’opera non fattibile, oggi ci ripensa e la propone lui perché non ha niente da dire al Sud per nascondere il disastro, dal reddito di cittadinanza all’autonomia differenziata».

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Non è solo una questione politica, ha spiegato il professore, ma una infattibilità tecnica che negli anni aveva spento il miraggio del ponte. «Hanno spiegato i progettisti che hanno fatto ben 19 edizioni di progettazione senza fare mai l’esecutivo perché l’esecutivo avrebbe dimostrato l’esatto opposto di quello che invece dovrebbe dimostrare ovvero la non costruibilità».  Continua a leggere su IlReggino.it