Sezioni
Edizioni locali
Blog
venerdì 30 giugno 2023 | 17:24
Italia Mondo

C’è chi dice no - Fronte compatto delle opposizioni per la battaglia sul salario minimo, ma Renzi si tira fuori - Notizie

Per la prima volta i partiti di minoranza si uniscono per una giusta causa. Il leader di Italia Viva giustifica la decisione suscitando il sarcasmo della maggioranza

di M. M.

Salario minimo, opposizione compatta

Solo il leader di Italia Viva Matteo Renzi si sfila dall’accordo che per la prima volta vede unite tutte le opposizioni: una proposta di legge che sarà depositata alla Camera nei prossimi giorni, che fissa a 9 euro lordi l’ora la soglia sotto la quale sarà impossibile pagare un lavoratore, retribuzione che non potrà mai essere inferiore a quella prevista dai contratti collettivi stipulati da imprese e sindacati.

L’hanno annunciata i leader dei partiti di minoranza in una nota congiunta firmata dal segretario del Partito Democratico Elly Schlein, dal presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, da Matteo Richetti di Azione, dal portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e dal segretario di +Europa Riccardo Magi.

L'ironia di Forza Italia: «Fratelli coltelli»

«Il fatto di essere all’opposizione del governo Meloni non significa essere in una coalizione alternativa» dice Renzi, che in un colpo solo si smarca dalle opposizioni e dall’alleato Calenda. Renzi sostiene di aver presentato un testo diverso che «in coerenza con il mandato elettorale Italia Viva proporrà degli emendamenti al testo, votando a favore dei punti su cui è d’accordo». Ironie arrivano dalla capogruppo di Forza Italia in Senato Licia Ronzulli che parla di fratelli coltelli e sembra chiudere al Terzo Polo come erede del berlusconismo: «Altro che terzo polo e baricentro di una fantomatica futura forza dei moderati».

Con o senza Renzi si va avanti

Ma le opposizioni vanno avanti spedite anche senza Renzi e scrivono: «Vogliamo sottolineare con forza la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione, che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia. Tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali. La giusta retribuzione non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo. Sia istituita una commissione che aggiorni periodicamente il trattamento economico minimo orario».

Primo firmatario della proposta di legge sarà Giuseppe Conte, che commenta: «Ci sono tutte le premesse adesso per lavorare in Parlamento e cercare di coinvolgere anche le forze di maggioranza perché questa non è una questione ideologica».

«Nessuno può lavorare sotto i 9 euro, è sfruttamento»

«L’unione delle opposizioni sul salario minimo è un’ottima notizia» dice Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della segreteria nazionale del PD «Vedremo se il governo Meloni, quello del decreto precarietà, del via libera ai voucher e ai contratti a termine e della flat tax continuerà a opporsi a un provvedimento di dignità che non può più aspettare». A Zan rilancia il compagno di partito Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro: «Nessuno può lavorare sotto i 9 euro orari. È sfruttamento. La destra dice da tempo di no, ma in Parlamento la legge arriverà. E dovranno assumersi la responsabilità di bocciarla».