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mercoledì 10 gennaio 2024 | 11:22
Sanità

Sanità a pezzi - Continue aggressioni a sanitari, Bruni (Pd): «In Calabria situazione grave, gli annunci non bastano più» - Notizie

Il consigliere regionale tratteggia le criticità negli ospedali dove si lavora in condizioni di estremo disagio: «Attese lunghissime e file interminabili anche per un esame. Così la rabbia dei familiari dei pazienti si riversa sugli operatori»  

di Redazione

Il consigliere regionale Amalia Bruni

«Sono davvero molto preoccupata per le aggressioni a medici e al personale sanitario che si succedono con frequenza sempre più preoccupante nelle nostre strutture e, purtroppo, credo che la situazione sia destinata a peggiorare nei mesi a venire». È un quadro a tinte fosche quello tratteggiato da Amalia Bruni, consigliere regionale del Partito democratico e vicepresidente della Commissione sanità. I dati parlano chiaro: «In Italia - afferma in una nota stampa - nel 63% dei Pronto soccorso si verifica in media almeno un episodio di violenza fisica e, nella metà dei casi, questo avviene nelle strutture in cui il sovraffollamento di pazienti è maggiore (dati Simeu). Una situazione non più sostenibile rispetto alla quale la politica non può restare a guardare senza fare praticamente nulla».

«Ogni giorno leggiamo bollettini di guerra»

L’esponente dem avverte: «Siamo di fronte a una escalation di violenza che non accenna a fermarsi. Ogni giorno leggiamo una sorta di bollettino di guerra, solo negli ultimi giorni abbiamo appreso dell'infermiera presa a pugni presso il Pronto soccorso di un ospedale della Campania e delle aggressioni nella guardia medica di Soriano e al Ps di Vibo. In tutta Italia, nel 2022 si sono registrate oltre 1600 aggressioni (fonte Inail) che hanno avuto come vittime donne nella stragrande maggioranza dei casi. Tutto questo non è più tollerabile. In Calabria – fa rilevare - si sono verificati addirittura degli omicidi senza che questo, al di là delle solite dichiarazioni del momento, cambiasse qualcosa. La situazione è gravissima, non servono a niente i soliti annunci e se non si interviene con determinazione e provvedimenti mirati, andrà sempre peggio».

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Bruni aggiunge: «Attese lunghissime nei pronto soccorso, file interminabili per una visita o per un esame diagnostico fanno salire la tensione al massimo che poi fa esplodere la rabbia dei familiari che quasi sempre viene scaricata sul personale medico. E questo nonostante che i colleghi lavorino in condizioni di estremo disagio, con un organico ampiamente sottodimensionato e senza sufficienti presidi di pubblica sicurezza che tutelino la loro incolumità e quella di tutti i pazienti. La mancanza di programmazione, l’assoluta incapacità di spendere le risorse che pure ci sono (per esempio i fondi Covid), e la solita lentezza nell’assumere decisioni ci hanno portato a questo punto. Bisogna che Regione e commissario in primis si scrollino di dosso questa inerzia, altrimenti -chiosa- rischiamo una tragedia al giorno. Noi siamo disponibili a dare una mano come sempre, se davvero c’è volontà di risolvere il problema».