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lunedì 11 marzo 2024 | 16:02
Cronaca

L’iniziativa - Denunciare gli abusi ed elaborare il trauma: tra arte e bellezza il “Cerchio delle donne” per riflettere - Notizie

Tre giorni di iniziative ed eventi a Monterosso, nel Vibonese, grazie all'associazione Curandera che ha ricevuto anche in dono una casetta che ospiterà donne che hanno bisogno di un rifugio

di Franco Laratta

L’altra festa delle donne. Una tre giorni carica di riflessioni, di gioia e di sofferenza, di canti, musica e sapere. È stata una festa di tre giorni «per stare insieme, per confrontarci sui temi delle donne e scoprire aspetti creativi dello stare insieme», dice Sara Grillo, una combattente per la libertà e la gioia di essere donne.«Per tre giorni si è vissuto in uno spazio di condivisione, attraverso laboratori e conferenze, tutto informale, con momenti per le donne soltanto e altri in condivisione con gli uomini».Sara ci accompagna in questo cammino durato tre lunghi e appassionati giorni, scavando nel profondo io di sé stessi: «Sono stati tre giorni tra cerchi di parola, arte e  bellezza. Per una maggiore consapevolezza sui temi della donna». Una festa inedita delle con una più forte connotazione culturale, con un tema centrale legato al coraggio di denunciare gli abusi e l'importanza dell'elaborazione del trauma.Sara Grillo è presidente dell' Associazione Curandera che da anni si occupa di affiancare donne, vittime di abusi. «Siamo un gruppo di donne impegnate nel sociale e nel borgo di Monterosso Calabro abbiamo ricevuto in dono una casetta che ospiterà donne che hanno bisogno di un rifugio».Artisti e operatori del benessere hanno accompagnato i partecipanti in uno spazio "insolito" in cui ognuno ha potuto esprimere il proprio estro. Ad organizzare è stata proprio l’associazione Curandera, col patrocinio di Monterosso Calabro, un comune di 1491 abitanti della provincia di Vibo ValentiaMa Sara scava nel passato e tira fuori il meglio. Parla di qualcosa che oggi nessuno quasi ricorda più: la sorellanza. «Un tempo esisteva la Sorellanza e le donne erano molto alleate tra loro. In termini moderni il cerchio donne rappresenta un viaggio a ritroso, circolare, per riappropriarci delle qualità necessarie per essere integre, umane e divine allo stesso tempo. Avvolte dall'energia femminea si crea uno spazio intimo e sicuro in cui è possibile aprirsi e condividere... a volte senza parole, a volte con pianti e altre con vere crisi catartiche che permettono la liberazione del dolore».

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Ovviamente c’è una certa curiosità verso il Cerchio delle donne. In tanti vorranno sapere cos’è e perché è stato così importante nella storia delle donne: «È un modo antico ed è il modo di sempre in cui le donne si sono incontrate per prendersi cura, condividere, imparare, nutrire, guarire, celebrare e crescere».Tre giorni intensi, in un clima diverso dal solito, tanto che si potrebbe definire una festa insolita e anticonformista. Ma Sara non è d’accordo. «Non è assolutamente una festa anticonformista e neanche femminista. Come dicevo il tema principale sarà la necessità di denunciare gli abusi e l'importanza del percorso psicoterapico per elaborare il trauma. Importante la partecipazione delle donne che hanno denunciato per testimoniare che una strada legale è possibile».Il bilancio della tre giorni è particolarmente positivo: «Abbiamo fatto un cerchio di parola, lungo e partecipato, l’avvocato nel suo intervento non ha citato neanche un codice, perché tutte le riflessioni sono confluite su un pensiero comune. Ovvero: c’è da fare un percorso insieme, uomini e donne, per liberarci di schemi culturali, ereditati, che riguardano la coscienza collettiva e la storia che ci ha portati a separarci, a mettere noi donne in una battaglia contro gli uomini. Un percorso di consapevolezza per rinascere ad una visione nuova».L’evento di tre giorni è stato ospitato nel teatro comunale di Monterosso Calabro: «Dobbiamo ringraziare la speciale sensibilità del sindaco Antonio Lampasi che è molto vicino al nostro progetto».