Sezioni
Edizioni locali
Blog
martedì 10 maggio 2016 | 06:59
Cronaca

'Ndrangheta, sette arresti a Reggio. Coinvolti imprenditori e dipendenti pubblici - DETTAGLI - VIDEO - Notizie

Le indagini avrebbero evidenziato l’esistenza di un vero e proprio cartello criminalein grado di condizionare lo svolgimento delle attività economico-imprenditoriali, con particolare riferimento alla grande distribuzione alimentare

di Redazione

All’alba di oggi, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sette provvedimenti di fermo di indiziati di delitto, nei confronti di imprenditori, professionisti, nonché 30 perquisizioni locali nei confronti di soggetti operanti nel settore economico, imprenditoriale, politico e dirigenti pubblici, collegati, a vario titolo, ai predetti fermati, nonché il sequestro di patrimoni aziendali per un valore complessivo di circa 34milioni di euro.

'Un vero e proprio cartello criminale' -I provvedimenti, a firma del Procuratore Capo Federico Cafiero De Raho e dei Sostituti Procuratori Rosario Ferracane, Giuseppe Lombardo, Luca Miceli e Stefano Musolino, hanno riguardato soggetti operanti nella cosiddetta “zona grigia”, a testimonianza dell’ormai assodata evoluzione dei sodalizi criminali che, utilizzando finemente ed in modo sistemico la fitta rete di entrature ed agganci anche nella Pubblica amministrazione, sono in grado di condizionare l’economia e l’imprenditoria, già sofferenti per l’attuale congiuntura economica, tanto da far emergere un sistema criminale in grado di alterare gli equilibri della classe dirigente ed imprenditoriale della città.

 

‘La Perla dello Stretto’ al centro delle indagini - La Procura reggina ha puntato la sua attenzione sulla redistribuzione dei punti vendita della grande distribuzione alimentare, all’esito dello stato di crisi della GDM S.p.a. e del sequestro delle imprese riferibili agli imprenditori Suraci e Crocè, concentrando, poi, l’indagine sulle attività coeve alla riapertura dell’importante centro commerciale villese, “La Perla dello Stretto”. In particolare, è emerso come un connubio, strutturalmente organizzato, tra ndrangheta e professionisti, ha determinato le principali sorti dell’aggiudicazione dei predetti punti vendita, nonché la scelta dell’imprenditore della grande distribuzione alimentare che doveva avviare l’esercizio commerciale “food” nella Perla dello Stretto.

 

In particolare, le indagini eseguite dalle Fiamme Gialle reggine si sono soffermate, su due professionisti che, di fatto, hanno curato il riavviamento del centro commerciale villese e pilotato l’inserimento di una società, creata ad hoc e facente capo ad un noto imprenditore del settore, quale unico ipermercato destinato ad operarvi gettando le basi per una redistribuzione delle imprese del settore, dopo il vuoto lasciato dallo stato di crisi della G.D.M. S.p.a.

 

Fra questi, spicca il ruolo di noti professionisti reggini che, relazionandosi con una variegata platea di soggetti, hanno fattivamente contribuito alla riapertura della Perla dello Stretto, curandone anche gli aspetti prettamente autorizzativi, interagendo con esponenti della politica e della pubblica amministrazione.

I contratti imposti ai commercianti ‘minori’ - Esemplificativo del potere intimidatorio – allo stesso tempo incontenibile e discreto – è la vicenda relativa all’imposizione ai commercianti “minori” della Perla dello Stretto di un contratto consortile deteriore dei loro interessi economici; ed infatti, mentre alcuni si sono piegati all’imposizione per evitare gravi conseguenze, l’unico commerciante che aveva osato opporsi aveva visto il suo esercizio commerciale distrutto dalle fiamme.

 

Il ruolo di Paolo Romeo - Ne è emersa una strutturata rete relazionale, governata da Paolo Romeo, in grado di gestire un enorme potere di indirizzo sulle sorti delle principali attività economiche cittadine, enfatizzato dalla situazione di disoccupazione che emergenza è diventata cronico fattore di sottosviluppo. Un sistema asfissiante perché in grado di influenzare anche la pubblica amministrazione e la politica.

 

I NOMI DEGLI ARRESTATI

 

I reati contestati - Le accuse contestate, a vario titolo, sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata anche all’intestazione fittizia ed all’estorsione.

 

Le aziende sequestrate - Le aziende colpite dalla contestuali misure ablative del sequestro preventivo – fra cui anche l’applicazione di quanto previsto dall’art.12 quinquies della Legge 356 del 1992, in tema di intestazione fraudolenta di beni per eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale – in quanto riconducibili alla diretta o indiretta gestione dei soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo e pertanto “inquinate” dalla connivenza con gli interessi della criminalità organizzata, risultano essere:

 

Studio commerciale Saraceno;Circolo Pescatori Posidonia Gallico;SO.R.AL. S.a.s., con i due supermercati ipermercati, operanti in Gallico (RC);PERLA S.r.l., gestore dell’ipermercato presso il centro commerciale “Perla dello Stretto” – Villa San Giovanni (RC);Quote societarie della D.EMME C. SUN S.r.l.;IN.FRA s.n.c PI 0248110804, con sede in Reggio Calabria;R.IN.A. srl in liquidazione con sede in Reggio Calabria;“PARMA REGGIO DISTRIBUZIONE S.r.l.”, Reggio Calabria;G.S. S.r.l., con sede in Reggio Calabria, nonché unità operativa sita in Campo Calabro (RC), “MAX – Cash and Carry”, zona industriale;“M. C. S.a.s. di DOMENICO MARCIANO’ & C”, con sede a Reggio Calabria – Gallico;“CENTER FRUIT S.r.l.” con sede a Reggio Calabria;“d.i. MONORCHIO Antonino”, con sede in Reggio Calabria.

 

LEGGI ANCHE: Arresti a Reggio, De Raho: ‘Colpita la ‘ndrangheta che ha rapporti con la politica e le amministrazioni locali’