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giovedì 12 maggio 2016 | 14:34
Cronaca

Sequestro autostrada, la ditta falsificava i documenti per ottenere più fondi dall’Anas -VIDEO-INTERVISTA - Notizie

Il Procuratore Mario Spagnuolo: 'Siamo solo all’inizio. Le indagini vanno avanti senza sosta e si concentreranno soprattutto sui profili relativi alla sicurezza dei cittadini che attraversano l'opera'

Disastro doloso, falso ideologico e materiale in relazione alla concessione di lavori in sub appalto senza la prescritta autorizzazione da parte della Stazione appaltante e truffa aggravata ai danni di ente pubblico in relazione all'indebita percezione di pagamenti per smaltimento di rifiuti di lavorazione, attestato mediante falsa documentazione. Sono i reati riscontrati dall'indagine della Guardia di Finanza, diretta dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, che ha portato al sequestro di un tratto dell'Autostrada A3, tra Mileto e Rosarno. In particolare, i falsi documenti riguardano lo smaltimento di rifiuti provenienti dalla demolizione di sovrastrutture stradali.Nel provvedimento di sequestro del tratto autostradale viene evidenziato che la falsa documentazione relativa ai rifiuti da smaltire è stata realizzata dall'impresa “Cavalieri Ottavio spa, impegnata nello svolgimento dei lavori di ammodernamento ed adeguamento del tronco 3 - tratto II Lotto III dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria”. I rifiuti erano diretti "per lo smaltimento alla società Ecosistem. Un conferimento di tale tipologia in realtà mai effettuato per un quantitativo pari a 2.919.610 chili, relativo alle mensilità di ottobre - dicembre 2012, al fine di ottenere un incremento della indennità di discarica per materiali inquinanti".I falsi documenti hanno indotto in "errore l'Anas, ente pubblico deputato a corrispondere la predetta indennità e procuravano un ingiusto profitto alla società Impresa Cavalieri Ottavio spa, rappresentato dalla liquidazione a titolo di indennità di discarica per 403 mila euro".La stessa inondazione del fiume Mesina, avvenuta il 23 marzo scorso, è stata provocata dall’eliminazione di un "tratto considerevole del preesistente argine sinistro del corso d'acqua a monte del viadotto autostrada". In pratica, “sono stati commessi fatti diretti a cagionare un disastro ed in particolare l'esondazione delle acque del Fiume Mesima, verificatosi il 23 e 24 marzo scorso, e la conseguente inondazione con riversamento nella strada attigua (Sp 58), minando la sicurezza dei luoghi e delle attività e facendone derivare un pericolo per l'incolumità pubblica”.«La Procura della Repubblica di Vibo Valentia - ha affermato il procuratore Mario Spagnuolo durante l’apposita conferenza stampa - sta lavorando senza sosta. Le indagini sulla vicenda che ha portato al sequestro del tratto dell'autostrada A3 vanno avanti. La Procura - ha aggiunto - sta approfondendo in primo luogo i profili relativi alla sicurezza dei cittadini che attraversano l'opera e poi sulle somme in più percepite da questa ditta coinvolta».

 

da Il Vibonese