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mercoledì 21 giugno 2017 | 17:02
Politica

Il Pd sulla chiusura della discarica di Celico: «Accolte le giuste rivendicazioni dei cittadini» - Notizie

Nota della segreteria provinciale: «Impianto privato finanziato con soldi pubblici. La Commissione Antimafia verifichi i motivi»

di Salvatore Bruno

«E’ stato compiuto un primo passo importantissimo per mettere in sicurezza il territorio presilano e la decisione assunta dalla Regione su sollecitazione dei sindaci è una prima, non definitiva, conquista anche delle giuste rivendicazioni portate avanti dai cittadini organizzati nel comitato ambientale».

E’ quanto si legge in una nota della segreteria provinciale di Cosenza del Partito Democratico in merito alla chiusura della discarica di Celico. «Quella discarica non è stata autorizzata dal Pd, né dal governo Oliverio ma è figlia di una lunghissima vicenda amministrativa che si è sviluppata negli ultimi 30 anni.

 

Non abbiamo mai voluto fare campagna elettorale sulla discarica – è scritto ancora nel comunicato - ma abbiamo da sempre pensato ad agire confortati dai nostri circoli e dai nostri sindaci per trovare soluzioni alternative. Oggi vediamo invece prese di posizione di partiti e movimenti politici che vorrebbero addirittura negare l'esistenza del nostro Partito e della sua azione a sostegno delle popolazioni colpite.

 

Spieghino invece quale ruolo hanno avuto i loro dirigenti nel cedere il terreno alla società e soprattutto nel finanziare con soldi pubblici una discarica privata facendo subire alla Presila la doppia beffa di aver finanziato con soldi pubblici una discarica privata.

Abbiamo già inoltrato ai componenti del Pd della Commissione Antimafia una richiesta per verificare se siano esistite connivenze, collusioni e convergenze di amministratori, non comunali ma sovracomunali, di fondi nazionali ed europei con soggetti di dubbia eticità e legalità.

 

Noi siamo il Partito della legalità – si conclude la nota - e vogliamo vederci chiaro su una vicenda oscura e triste che ha interessato la discarica di Celico».

Salvatore Bruno