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sabato 3 marzo 2018 | 13:23
Cronaca

Omicidio Pagliuso, Gratteri: «Le parti del processo non si toccano, non faremo sconti» - Notizie

Il procuratore distrettuale antimafia ha lanciato un monito agli ordini degli avvocati: «Siate più feroci con chi commette violazioni deontologiche»

di Luana  Costa

«Dalla notte dell'omicidio non sono stati risparmiati sforzi». E' con queste parole che il procuratore distrettuale antimafia, Nicola Gratteri, ha voluto aprire la conferenza stampa convocata per esporre i dettagli delle attività investigative che hanno condotto a chiudere il cerchio su Marco Gallo, accusato dell'omicidio dell'avvocato lametino Francesco Pagliuso. »Da quella sera i carabineri non si sono fermati un giorno. Non è possibile che si uccida un avvocato, non è possibile che si uccida una parte del processo; qualunque possa essere la motivazione. Il messaggio, il senso di questa conferenza stampa è che le parti del processo non si toccano. Tutti gli uomini, ognuno per la sua funzione e ruolo, che stanno attorno all'indagine - forze dell'ordine, magistrati, avvocati - non si toccano perchè non ci saranno sconti per nessuno e ci sarà una concentrazione di energia mai vista come in questo caso. La mattina dopo l'omicidio - ha continuato Nicola Gratteri - sono arrivati da Roma sei specialisti dei crimini violenti, abbiamo avuto a disposizione la struttura del Ros, il Ros di Catanzaro ma soprattutto abbiamo avuto a supporto l'arma dei carabinieri territoriali. Per quel che concerne la Procura è questa un indagine che abbiamo seguito un po' tutti: io, il mio sostituto Giovanni Bombardieri, Elio Romano e la collega della Procura di Lamezia Terme Marta Agostini. La cosa che più ho apprezzato in questa operazione è stata la determinazione che hanno avuto le forze dell'ordine, la convinzione che saremmo riusciti a trovare il filo d'Arianna che ci ha portato fino ad oggi. Ho visto tanta forza e energia, davvero un lavoro corale. Io volevo che la mia Procura rispondesse punto su punto sui fatti di reato, soprattutto a partire dal maggio del 2016 quando io mi sono insediato a Catanzaro. Non è possibile che accadano di queste cose, non è possibile che nel centro di Catanzaro si uccida una persona in pieno giorno, come se nulla fosse».

 

Avvocato mestiere pericoloso

«Fare l'avvocato qui non è facile» ha commentato ancora Gratteri. «Io ho lavorato quasi trent'anni nella provincia di Reggio Calabria e in trent'anni ho visto uccisi sei o sette avvocati.Il lavoro del penalista è un lavoro molto difficile, molto delicato, basato su equilibri. Gli 'ndranghetisti sono anche paranoici e nel dubbio sono capaci di uccidore una persona. La concorrenza è spietata ci sono troppi avvocati che fanno penale e i clienti sono sempre meno rispettosi: sono più scostumati degli 'ndranghetisti di cinquant'anni fa anche perchè molti fanno uso di droga. Si sentono onnipotenti perchè hanno molti soldi e perchè sanno di terrorizzare interi paesi. Quindi fare l'avvocato diventa sempre più difficile e sempre più pericoloso. L'invito agli avvocati è quello di essere sempre più duri, rigorosi, di mantenere sempre la scrivania tra sè e il cliente e soprattutto ai Consigli degli Ordini degli avvocati e alle Camere Penali di essere più seri e feroci con chi commette violazioni deontologiche»

 

Luana Costa