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lunedì 19 marzo 2018 | 21:01
Cultura

Lamezia, tour tra i beni culturali della città in memoria di Natale Proto - Notizie

Successo per la prima escursione della neonata associazione dedicata al compianto professore e architetto scomparso prematuramente, molto amato e stimato dai suoi concittadini

di Tiziana Bagnato

Successo domenica scorsa a Lamezia Terme per la “prima” dell’Associazione Culturale Natale Proto. Con la guida di Mario Panarello, docente universitario e storico dell’arte e del critico musicale Pasquale Scaramuzzino in oltre cento hanno partecipato alla visita guidata tra i beni culturali della città dal tema “Sulle tracce del Rococò Lametino”.

 

Ad aprire la micro escursione il presidente dell’associazione Tommaso Colloca che ha voluto rendere omaggio a Natale Proto, professore e architetto amato dalla città e scomparso prematuramente: «Ci ha regalato occhi diversi, ci ha insegnato attraverso l’arte a vedere oltre le apparenze, ampliando i nostri orizzonti lungo la via maestra della sensibilità».

 

La prima tappa del tour è stato il prestigioso Palazzo D’Ippolito. Un unicum in Calabria, ha sottolineato Panarello, per qualità e originalità delle decorazioni. Seconda tappa dinanzi alla facciata della Chiesa di San Francesco introdotta dalla storica dell’arte Teresa Gaetano. A chiudere, la splendida Chiesa di San Domenico. A darne i cenni storici la storica dell’arte Marianna Leone, per poi entrare nei dettagli nuovamente con Panarello. 

 

Chicca della giornata l'esecuzione da parte di Scaramuzzino di alcuni stralci di brani di musica sacra con l’organo a canne seicentesco custodito dalla chiesa fra cui del Frescobaldi, utilizzando una delle particolarità dell’organo, e cioè l’uccellaia. In particolare Panarello ha sottolineato come nella Chiesa predomini lo stile Rococò napoletano con i dipinti del grande pittore settecentesco lametino Francesco Colelli.

Tessere d’onore, infine, consegnate a Maria Luigia Cimino, ad Amedeo e Antonio Proto, rispettivamente consorte e figli del compianto Natale Proto e ai professori Mario Panarello, Bruno Bagalà e Pasquale Scaramuzzino.