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martedì 17 aprile 2018 | 13:48
Cronaca

Autobomba a Limbadi, interrogatorio fiume per mamma Rosaria - VIDEO - Notizie

Sentita per sette ore dal pm dell’Antimafia Andrea Mancuso che mantiene il massimo riserbo sulle indagini che continuano serrate per fare luce sull’attentato che ha ucciso Matteo Vinci

di Cristina Iannuzzi

Il pm Andrea Mancuso ha lasciato il comando dei carabinieri di Vibo Valentia mantenendo il più rigido riserbo al termine di sette ore d’interrogatorio a cui è stata sottoposta Rosaria Scarpulla, la madre di Matteo Vinci, il biologo 42enne ucciso da un’autobomba a Limbadi il 9 aprile scorso. Il maggiore Valerio Palmieri accoglie mamma Sara alle 10.50. Esce solo alle 20 di sera. È stanca, ma i suoi occhi, spenti dalle lacrime sin dall’immane tragedia finita sulle prime pagine dei giornali italiani, c’è una nuova luce, la luce della speranza: «È andata bene, sentiamo l'appoggio delle forze dell'ordine e questo ci spinge ad andare avanti ancora più agguerriti».

Sette ore d’interrogatorio, piene, intense, la gran parte delle quali spese a ricostruire le controversie per i confini dei rispettivi terreni con quei vicini dai cognomi così pesanti, i Di Grillo-Mancuso. Mostra fiducia nello Stato e nelle istituzioni, nel procuratore Gratteri e nel suo sostituto, nei carabinieri del colonnello Magro. In uno Stato che nel Vibonese ha deciso, finalmente, di creare uno spartiacque con il passato: che ascolta, che non abbandona. Ad attendere Rosaria Scarpulla, per l’intera giornata, la promessa sposa di Matteo, Laura Sorbara e il loro avvocato, che ha avuto ampie rassicurazioni anche dal prefetto di Vibo Valentia Guido Longo in ordine alla loro sicurezza.

 

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