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giovedì 3 maggio 2018 | 15:42
Ambiente

Le coste calabresi devastate, il mare si riprende quel che era suo - FOTO - Notizie

L’estate è alle porte ma c’è una parte della Calabria ancora flagellata dal maltempo della stagione invernale. A Gizzeria, Falerna e Nocera le ferite sono ancora aperte

di Manuela Serra

Sole, caldo, l’estate che si avvicina. Le spiagge che cominciano ad essere prese d’assalto. Già, le spiagge. Spiagge ed erosione costiera. In Calabria camminano a braccetto. Qui l’erosione costiera non accenna a diminuire. Ma il nemico, in molti casi, non è il mare. A sgretolare giorno dopo giorno il nostro territorio sono scelte scellerate dell’uomo, quell’uomo che non conosce le leggi della natura, che costruisce, che cementifica, che rovina per sempre paesaggi da togliere il fiato in nome di abitazioni, strade, costruzioni che il mare puntualmente e anno dopo anno distrugge. Per frenare la forza del mare si sono spesi e si continuano a spendere milioni e milioni di soldi pubblici per opere di ripascimento e per costruire barriere che si rivelano solo soluzioni provvisorie.

La situazione si dimostra in tutta la sua tragicità sul tratto tirrenico compreso tra Gizzeria, Falerna e Nocera. Tutti sono territori duramente piegati che faticano a rialzarsi da mesi invernali che hanno spazzato via lungomari e strade.

E così a Gizzeria sono in moto ruspe e mezzi per cercare di riparare e mettere in sicurezza le strade che le onde hanno distrutto, a Falerna ci si adopera soprattutto nei lidi per cercare di tornare alla normalità dopo la mareggiate delle settimane scorse. Ma è Nocera che fa i conti con uno spettacolo devastante. Il lungomare, quel lungomare bellissimo che dopo la sua costruzione aveva richiamato l’attenzione di moltissimi turisti provenienti da tutta la regione è completamente distrutto. Scomparso l'anfiteatro che lo caratterizzava. Resta in piedi solo lo scheletro della struttura. La pavimentazione divelta dalla furia del mare, i suoi resti sotterrati sotto quella spiaggia che ha deciso, anno dopo anno, di riprendersi ciò che è sempre stato suo.